La storia dei fratelli Cerundolo e il futuro del tennis argentino

Francisco e Juan Manuel il tennis ce l'hanno nel sangue, visto che sia il padre che la madre hanno tentato la carriera pro, e che Juan Manuel, protagonista del Challenger del Garden, sul campo c'è quasi nato. Una famiglia di sportivi completata dalla sorella Maria Constanza, che invece ha preferito l'hockey. Diversi come stile, il mancino Juanma e il destro Francisco, sono uniti da una sconfinata passione per il tennis

foto Courtesy Atp/Cordoba Open

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Cordoba, Argentina, 22 febbraio 2021, circa le cinque del pomeriggio. Il diciannovenne argentino Juan Manuel Cerùndolo conquista anche il suo terzo incontro di qualificazione garantendosi, in tal modo, l’accesso al main draw del torneo di Cordoba, una di quelle località in cui il tennis è quasi una religione. A partecipare c’è anche suo fratello Francisco, più grande di tre anni, premiato dagli organizzatori attraverso una wild card. Per la prima volta dopo quarant’anni, due fratelli argentini saranno ai nastri di partenza di un tabellone principale in un evento del circuito ATP. Gli ultimi a riuscirci erano stati Carlos e Alejandro Gattiker nel lontano 1981. Il torneo era quello di Kitzbuhel. In virtù del clamoroso titolo ottenuto da Juan Manuel proprio a Cordoba e la finale di Francisco raggiunta la settimana successiva a Buenos Aires, saranno anche i primi fratelli a disputare gli ultimi atti di due tornei ATP in due settimane consecutive dal 2017. In quell’anno, infatti, Mischa Zverev perse la finale di Ginevra ma, una settimana dopo, venne vendicato proprio dal fratello Alexander, trionfatore su Novak Djokovic nell’atto conclusivo del Masters 1000 di Roma. Parte da qui l’avventura dei fratelli Cerùndolo nel tennis dei grandi anche se, bisogna dirlo, i loro nomi erano già segnati da qualche tempo sul taccuino degli addetti ai lavori. Dunque procediamo con ordine, perché questa è una storia che parte da lontano.

Una famiglia dedita allo sport. E quell’aneddoto sulla nascita di Juan Manuel…

Non si può certo rimanere stupiti se Francisco e Juan Manuel Cerùndolo abbiano deciso di voler trascorrere la maggior parte delle proprie giornate su un campo da tennis. Alejandro Cerùndolo, detto El Toto, infatti, è stato un onesto mestierante della racchetta, capace di raggiungere, nel 1982, il suo best ranking alla posizione numero 309. Dopo il ritiro ha allenato anche diversi giocatori, tra cui non possono non spiccare, tra gli altri, i nomi di Mecha Paz, Chucho Acasuso e anche un giovanissimo Diego Schwartzman. Anche Marìa Luz Rodrìguez ha giocato a tennis da professionista. Tuttavia, a differenza del marito, ha gareggiato per meno tempo in quanto, sin da subito, ha cercato di conciliare la carriera sportiva con quella (altrettanto importante) universitaria. A tenere alto il vessillo dello sport in casa Cerùndolo ci pensa anche la giovane Marìa Constanza, giocatrice di hockey sul prato per Belgrano Athletic e Las Leonas. I due genitori non mancano mai di sottolineare quanto sia stato importante garantire ai propri figli, ai fini della loro crescita personale, una sana educazione sportiva ma soprattutto non forzarli mai nelle proprie scelte. Alla fine però, come era normale che fosse, almeno per i due maschietti il tennis ha prevalso su ogni cosa.

Juan Manuel, su un campo da tennis, ci è letteralmente quasi nato. Sua madre, infatti, proprio nel giorno in cui era prevista la sua nascita, aveva dovuto accompagnare Alejandro al Buenos Aires Lawn Tennis Club. Quel pomeriggio Martin Vassallo Arguello, numero 206 delle classifice e allenato proprio da El Toto nel 2001, doveva affrontare un tale David Nalbandian. Ad un certo punto del match, però, Marìa Luz non ce l’ha fatta più. I dolori si sono iniziati a fare sempre più insopportabili ed è dovuta correre rapidamente all’ospedale insieme al marito, che naturalmente non ci pensò due volte ad abbandonare il suo giocatore nel bel mezzo della partita. Non poteva che essere un predestinato il piccolo Juan Manuel, terzogenito della famiglia, con una storia del genere alle spalle. I suoi genitori lo prendono sempre in giro sull’ argomento, dicendogli che ci mancò davvero poco affinchè nascesse sugli spalti dello storico Club argentino.

Diversi sia nel carattere sia nello stile ma lo stesso cuore pulsante per il tennis

Francisco e Juan Manuel Cerùndolo, sin dalla nascita, sono naturalmente predisposti verso lo sport nella sua totalità. Tra quelli più praticati, oltre al tennis, ci sono soprattutto il calcio, l’hockey, il nuoto ed il pattinaggio. I due hanno preso in mano una racchetta per la prima volta nella piccola accademia dei loro genitori per poi perfezionarsi e trasferirsi presso il Club Ciudad de Buenos Aires, dove tuttora si allenano. Il fratello maggiore possiede il carattere più fumantino, un ragazzo impulsivo, caldo, che non ha grosse difficoltà a mostrare all’esterno il suo stato d’animo. Decisamente più calmo e freddo il fratello minore, una qualità impressionante per uno della sua età. Una dote, questa, che si riflette sia dentro al campo sia, a quanto pare, nella vita privata, dove chi lo conosce è pronto a giurare che non abbia mai avuto alcun tipo di sfogo con nessuno. I suoi genitori, a volte, hanno dei dubbi se sia nato a Buenos Aires oppure nel Nord Europa, così come il suo allenatore Andrès Dellatorre, ex modesto tennista albiceleste, che qualche volta gradirebbe anche qualche racchetta che vola per aria.

Francisco e Juan Manuel, diversissimi caratterialmente, sono profondamente differenti anche come stile di gioco. E non soltanto per il fatto che uno gioca di destro e l’altro è mancino. Il primo, complici anche i tre anni in più, è un tennista fisicamente molto più strutturato, capace di produrre ottime accelerazioni sia dal lato del dritto sia dal lato del rovescio. Il secondo cerca di compensare la poca pesantezza dei suoi colpi con una gestione dello scambio che va oltre le capacità di un ragazzo di diciannove anni. Juan Manuel, infatti, è più talentuoso rispetto al fratello. Durante il gioco propone sempre delle palle differenti ai propri avversari, aiutandosi anche con delle traiettorie alte quando è in difficoltà per poi poter trasformare il punto da difensivo in offensivo. La mano è di quelle molto educate. Non di rado, infatti, lo vediamo prendere la via della rete ed utilizzare molto spesso anche la smorzata. Non può non stupire, dunque, complice anche il braccio che utilizza, che il suo mito assoluto sia Rafael Nadal, del quale apprezza soprattutto la sua combattività e voglia di rimanere attaccato ad ogni singolo punto. Il torneo nel quale vorrebbe imporsi? Neanche a dirlo: il Roland Garros.

Anche Francisco apprezza il campione maiorchino tuttavia la sua preferenza va a Roger Federer e come lui, un giorno, sogna di conquistare il torneo di Wimbledon. Il suo cuore batte anche per David Nalbandian, forse ammaliato da uno dei tanti racconti del padre Alejandro. Se c’è una cosa, però, su cui i due fratelli concordano è la superficie preferita. Da buoni argentini, infatti, non può che essere la terra battuta, che si adatta perfettamente alle loro caratteristiche di gioco avendo entrambi delle aperture di colpi piuttosto ampie e pronunciate. I miglioramenti da mettere a punto sulle superfici rapide sono sotto gli occhi di tutti, in primis un posizionamento in campo che deve essere il più possibile vicino alla riga di fondo.

Tutti e tre i fratelli (compresa Marìa Constanza) abitano ancora con i due genitori insieme al labrador nero di nome Milos, arrivato in casa Cerùndolo durante la scorsa quarantena. Il cucciolo, in un periodo molto difficile come è stato quello dell’isolamento forzato, ha portato in casa una ventata di gioia anche se, da quel giorno, i trofei vinti dai due ragazzi sono costantemente in pericolo. La priorità di Alejandro e Marìa Luz, dal canto loro, è sempre stata quella di non sottoporre i propri figli ad un eccessivo stress chiedendogli a tutti i costi la vittoria. Il loro obiettivo, sin dall’ inizio, è stato quello di crescerli felici, mentalmente sani, senza fargli dimenticare quali sono i valori veramente importanti della vita. La semplicità, la normalità ma anche l’istruzione. La più grande speranza della madre, infatti, continua ad essere che i due possano riuscire anche a prendere una laurea, così da non precludersi alcun tipo di futuro (Francisco già sta seguendo dei corsi online). El Toto, essendo nel mondo del tennis da più di cinquant’anni, si premura soprattutto che i suoi figli abbiano dei comportamenti corretti e rispettosi dell’avversario all’interno del rettangolo di gioco. Ai suoi tempi, infatti, ci si poteva decisamente permettere qualche malizia in più rispetto ad oggi, dove tutto viene filmato e osservato.

Juan Manuel Cerùndolo e una vittoria da predestinato in quel di Cordoba

La vittoria di Juan Manuel Cerùndolo sulla terra di casa di Cordoba è un’impresa straordinaria. Un trionfo, questo, che lo ha reso il più giovane argentino a conquistare un titolo ATP da Guillermo Coria (Vina del Mar, 2001). “Juanma”, al debutto in un tabellone principale del circuito maggiore, si era presentato da numero 335 del ranking. A fine settimana, dopo il successo in finale sullo spagnolo Ramos Vinolas, sarà al numero 180. Un successo epico, totalmente inaspettato per un ragazzo che fino a quel momento aveva giocato prevalentemente nel circuito dei futures. A livello Challenger, nel 2019, era riuscito ad ottenere al massimo una semifinale in quel di Montevideo, uno degli ultimi appuntamenti della stagione tennistica. Nel mezzo tra l’Uruguay e Cordoba anche tante ansie e preoccupazioni. La fine della scuola certo ma soprattutto una pandemia globale che rischiava seriamente di mettere a rischio il suo percorso di crescita, non permettendogli di competere e migliorare la propria classifica. Ma ecco, due mesi fa’, il capolavoro. Un misto vincente tra tecnica e tattica che gli ha consentito di vincere otto partite di fila (comprese le tre di qualificazioni) per portarsi a casa il primo titolo nel tennis dei grandi. Il tutto acquista ancora più rilevanza se facciamo un elenco dei giocatori spazzati via uno dopo l’altro da Juan Manuel, tutti molto più esperti di lui. Lo erano, infatti, i brasiliani Seyboth Wild e Monteiro ma anche il serbo Kecmanovic ed il connazionale Federico Coria. Per non parlare poi di Ramos Vinolas, veterano del circuito e più anziano di ben quattordici anni. In otto giorni è rimasto in campo quasi quindici ore, con le sue ultime quattro partite che si sono tutte risolte al set decisivo.

Un risultato sbalorditivo per un ragazzo che ad inizio carriera faceva tantissima fatica ad allenarsi con continuità a causa del fisico troppo gracile. Ma il suo muscolo più importante è proprio la mente. Così come afferma Daniel Orsanic, capitano della Selecciòn argentina che trionfò a Zagabria nel 2016, “con il suo stile è capace di mettere a nudo la fragilità del tennis moderno”. Mai frase fu più vera. In un momento storico in cui a farla da padrone sono l’esplosività e la velocità di palla, infatti, Juan Manuel risponde con le variazioni e l’intelligenza. Quella che non lo fa vergognare quando gioca tutte quelle traiettorie alte. Grazie a queste palle, infatti, riesce ad assaporare l’arte della difesa per poi tramutare lo scambio da difensivo in offensivo. Del resto lo dice sempre anche lui: “Adoro giocare con la velocità di palla del mio avversario”. Ma la cosa che più fa stupire il suo entourage è la sua calma olimpica, quella freddezza che non lo abbandona mai né durante una partita né durante la vita privata. “Non ha ancora mai rotto una racchetta”, affermano quelli che lo conoscono bene con estrema sicurezza. Per lui una partita di tennis è una sorta di “scacchi fisico”, quegli scacchi che, oltre allo sport, sono la sua grandissima passione. Ci gioca spesso, infatti, sia con suo fratello Francisco sia con il suo storico gruppo di amici, quelli che a gran voce l’hanno sempre sostenuto durante tutti i suoi match a Cordoba.

La risposta di Francisco a Buenos Aires: una finale che era nell’aria

Mentre il successo a Cordoba di Juan Manuel Cerùndolo è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno all’interno del panorama tennistico mondiale, non si può dire altrettanto della finale raggiunta una settimana dopo da suo fratello più grande a Buenos Aires. Era già qualche mese, infatti, che gli addetti ai lavori si aspettavano il grande risultato da parte di “Fran”, così come viene affettuosamente chiamato da mamma e papà. Il primogenito della famiglia Cerùndolo infatti, dopo lo scorso lockdown, si era portato a casa la bellezza di tre tornei Challenger. Quella nella capitale argentina, inoltre, era la sua quarta presenza in un tabellone principale di un evento ATP. Insomma, tutti si aspettavano un exploit del ragazzo. Il fatto che sia arrivato dopo il titolo vinto da Juan Manuel a Cordoba rende questa storia ancora più affascinante. Stavolta è Francisco, così come aveva fatto suo fratello la settimana prima, a dover superare brillantemente le qualificazioni. Tre incontri molto combattuti, lottati, di cui due terminati solamente dopo tre set contro due arcigni terraioli come i brasiliani Menezes e Clezar. Successivamente la vittoria in due set su Federico Coria e quella al terzo su gentile concessione del francese Benoit Paire, letteralmente impazzito nel parziale decisivo. Ai quarti e in semifinale, però, i due capolavori rispettivamente contro gli spagnoli Pablo Andujar e Ramos Vinolas, prima di arrendersi nell’ultimo atto contro il connazionale Diego Schwartzman, ormai fisso tra i top ten e decisamente più fresco quel giorno. Una finale, questa, che ha proiettato Francisco addirittura alla posizione numero 112 del ranking.

Papà Alejandro, al termine della settimana, è letteralmente stremato: “Un giorno soffro con l’artigiano, Juanma, e l’altro con quello con il bazooka al braccio, Fran”. Le differenze tra i due fratelli, infatti, sono lampanti. Francisco è decisamente meno calcolatore rispetto al fratello. Lui il gioco lo vuole sempre comandare. È veramente impressionante, a volte, la velocità che riesce ad imprimere ai propri colpi da entrambi i lati. E dire che questa voglia di spaccare le palline gli è venuta piuttosto tardi. Fino ai diciassette anni, infatti, era stato impostato in maniera decisamente più difensiva. Da lì il cambiamento, la transizione verso un nuovo tipo di tennis. Qui risiede anche il motivo per cui “sia arrivato con qualche anno di ritardo al grande tennis”, come afferma il suo coach Wally Grinovero, ex tennista albiceleste ed allenatore anche dell’altro tennista argentino Facundo Bagnis. Entrambi, infatti, sapevano che ci sarebbe voluto del tempo per potersi adattare ad un nuovo tipo di gioco. Alla fine, tuttavia, hanno avuto ragione loro.

L'exploit di Juan Manuel al Challenger di Roma è l'ennesima tappa di questo percorso. A inizio settimana Francisco e Juan Manuel si trovano rispettivamente alla posizione numero 116 e 176 del ranking mondiale. Il minore è anche in lizza per partecipare alle Next Gen ATP Finals 2021, che andranno in scena a Milano nel mese di novembre. Attualmente infatti, grazie al trionfo di Cordoba, è addirittura sesto nella speciale classifica. I due fratelli, in virtù dei loro successi, si sono fatti prepotentemente capo di una generazione di giovani tennisti argentini che sta cercando piano piano di emergere per garantire dei ricambi che mai come in questo momento servirebbero decisamente. Dopo Diego Schwartzman infatti, top ten e ancora ventottenne, tutti i suoi connazionali presenti tra i primi cento al mondo o stanno affrontando inesorabilmente la loro parabola discendente (Pella e Delbonis) o non hanno abbastanza armi per farsi largo nell’alta classifica (Federico Coria e Londero). I fratelli Cerùndolo, in questo senso, rappresentano un barlume di luce e speranza per tutto il movimento albiceleste.

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