“Sono quattro mesi che non guadagnamo, dobbiamo tornare a giocare”. Intervistato ai microfoni de Il Tennis Italiano, Salvatore Caruso mette subito in chiaro quale deve essere la priorità del tennis professionistico. Tornare alle competizioni e farlo in sicurezza, anche a costo di doversi adattare nei primi mesi: “A me sembra che in molti non stiano capendo la situazione. Io sono d’accordo con Gaudenzi quando dice che in qualche modo bisogna ripartire - spiega l’attuale numero 100 del mondo - Durante la call ATP la fascia dei top 20 si è lamentata della limitazione che consentirebbe di portare con sé solo un membro dello staff. L’ATP però metterà a disposizione fisioterapisti e massaggiatori validi, credo che per qualche torneo ci possiamo adattare tutti”.
Caruso, come la maggioranza dei colleghi, ha preso parte all'incontro Zoom tra i giocatori ed i vertici dell’ATP: “Nella riunione non si è deciso nulla. Per gli US Open abbiamo sentito le proposte di USTA e nei prossimi 2-3 giorni dovrebbe arrivare una decisione - riassume Salvatore - Eravamo in 400 nella chiamata, quindi c’è stato un po’ di caos e non è stato semplice seguire. Noi giocatori andremmo divisi in gruppi, perché a seconda della classifica ci sono necessità diverse. Mi dispiace vedere una determinata schiera di tennisti, che evidentemente non hanno troppa necessità di tornare a guadagnare e sono disposti a tornare solo alle proprie condizioni, senza capire che questo ripercuote anche su noi altri”.
“A questo punto andrebbe fatta una votazione per capire come siamo messi a livello numerico”. Afferma Caruso, convinto che questo sia il modo per venire a capo di una situazione complicata. In occasione della riunione si è parlato anche del ranking e delle opzioni sul sistema da adottare alla ripresa: “Ci sono state due proposte. La prima è quella di far scalare i punti a torneo giocato, quindi i punti del Roland Garros di giugno scadono a settembre quando si gioca il torneo. L’altra sarebbe quella di far scalare i punti dal momento della stagione in cui ci siamo fermati. La prima chiave di lettura per me è più valida, anche perché la seconda opzione è abbastanza incasinata”.