La cura dà risultati evidenti l’anno successivo, alla ripresa dopo i ricorrenti lockdown. In autunno, Karatsev macina risultati di rilievo, con ottime prestazioni nei match contro avversari come Khachanov e Wawrinka. A fine stagione è a ridosso dei top 100.
Aslan è sveglissimo, adesso. A inizio 2021 sbalordisce il mondo raggiungendo la semifinale di Melbourne (sarà sconfitto 3-6 4-6 2-6 da Novak Djokovic), impresa mai riuscita a un debuttante in uno slam nell’era Open. In primavera, quando lo vedo giocare per la prima volta dal vivo, m’impressiona perché ha un controllo totale del diritto a prescindere dalla violenza impressa alla palla, sa adeguare il proprio gioco a quello dell’avversario, non mostra tentennamenti e timidezze nemmeno se mette in difficoltà campioni che sei mesi prima lo ignoravano. Batte Andrey Rublev, Hubert Hurkacz, Felix Auger Aliassime, Diego Schwartzman, Grigor Dimitrov e tanti altri. Arrivano la vittoria nel 500 di Dubai (6-3 6-2 su Lloyd Harris), il terzo turno agli Us Open, il successo nel 250 di Mosca (6-2 6-4 su Marin Cilic), la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokio nel doppio misto in coppia con Elena Vesnina, il premio dell’ATP per il più alto tasso miglioramento nel corso della stagione, che Aslan chiude da numero 18 dopo essere stato 15 a inizio novembre, subito prima di partecipare come riserva alle Finals del Pala Alpitour.
Il 2022 parte alla grande - titolo nel 250 di Sydney ai danni di Andy Murray (6-3 6-3) - sebbene nell’angolo non ci sia più Yahor Yatsyk, il dottor Sayer con la ricetta bielorussa. Si sono lasciati in autunno, senza spiegazioni ufficiali. Il titolo in Australia è l’ultimo effetto della cura, poi si palesano i segni della catalessi incipiente. Alla fine di gennaio Karatsev non ripete la cavalcata dei precedenti AusOpen (nel primo turno impiega quasi cinque ore a eliminare Jaume Munar, commettendo 107 errori non forzati; va fuori tabellone per mano di Adrian Mannarino al terzo turno). Da quel momento è un tracollo. Esce di scena nei match di esordio a Chennai, a Rotterdam, a Dubai e a Indian Wells, raggiunge miracolosamente il secondo turno a Miami, le prende subito di santa ragione dal giovane Holger Rune a Montecarlo e dall’esperto Oscar Otte a Belgrado. Alla fine di aprile Karatsev a.k.a. Lowe non è più nemmeno tra i Top 30.