Quando il livello si alza, Jannik Sinner fa di conseguenza. Lo abbiamo imparato a conoscere in questo anno e mezzo di crescita esponenziale, nel gioco e nell'atteggiamento. Un comune denominatore dell'allievo di Riccardo Piatti sta però nell'alzare il livello quando necessario, o meglio, quando l'avversario ti spinge inevitabilmente ad alzare il ritmo. In circostanze del tutto singolari è avvenuto a Bergamo, il Challenger che ha permesso al classe 2001 di farsi conoscere a lidi più prestigiosi: un crescendo progressivo, dai primi tre turni alquanto sofferti, agli ultimi tre in cui ha concesso le briciole a Quinzi, Lamasine e Marcora. E' accaduto nei due Futures successivi (vinti, a Trento e in Sardegna), dove nei rispettivi primi turni ha concesso un set (ad Albano Olivetti e a Florent Bax) per poi non concedere più nulla in termini di parziali.
Questa specie di regola non può certo seguire un percorso regolare. In fin dei conti stiamo parlando di un diciottenne per cui ancora oggi è tutto nuovo, i saliscendi fanno parte della crescita di chiunque, predestinato o meno. Tuttavia è innegabile che il rendimento di Sinner con i top-20 non sia nulla di così normale. Prestazioni altisonanti e picchi di rilievo quelli toccati dal giovane di San Candido con alcuni tra i nomi più roboanti del circuito. Gael Monfils (numero 13), sconfitto ad Anversa, è il primo vero scalpo di rilievo di Sinner. Non a caso è arrivato sul cemento indoor, superficie prediletta dall'azzurro, che l'ha visto trionfare anche contro Alex de Minaur (numero 18 alle Next Atp Finals) e contro David Goffin (numero 10) a Rotterdam: a quota 3 per quanto concerne i successi sui primi 20 del ranking, Jannik ha aumentato il proprio bottino in questi giorni. Seppur si tratti di un'esibizione, l'altoatesino ha messo in riga a Berlino anche Roberto Bautista-Agut (numero 12) e Karen Khachanov (numero 15), confermando il proprio feeling con i terreni rapidi indoor.