Liste sì, liste no. Tennisti, rassegnatevi. E statevene a casa

Ha fatto discutere la pubblicazione delle liste degli atleti di interesse nazionale cui è consentito allenarsi. In un momento di grandi sacrifici per tutta la popolazione, la cosa da fare è una sola: fermarsi

ABBLo dico da professionista (non so se di interesse nazionale o no…) che da 35 anni si occupa di sport: lo sport deve rassegnarsi. A fermarsi, a stare a casa, a contribuire allo sforzo enorme che l’Italia sta affrontando e che volenti o nolenti, più o meno arroganti, tutti gli altri paesi dovranno affrontare. Decreti, contro decreti, ordinanze si sono susseguite in questi giorni sul tema: ‘chi può continuare ad allenarsi’. Ed è giusto, credo, che i professionisti dell’informazione cerchino comunque di fare ordine nella faccenda. A volte magari non riuscendoci: per la complessità della materia e per l’eccezionalità della situazione che varia di giorno in giorno. Il singolo cittadino può lecitamente chiedersi quali sono i limiti che vengono posti, in maniera estrema ed eccezionale, alle sue libertà; e va informato. E’ piuttosto dalle istituzioni - politiche, sociali, sportive - che deve arrivare un segnale forte. Si sta a casa, tutti, tranne che per motivi veramente urgenti, veramente essenziali. Le immagini di chi in questi giorni si è accalcato negli stadi o fuori dai campi di allenamento, degli atleti che - mentre c’è chi muore e il contagio si diffonde rapidissimo - hanno pensato di prendere in giro precauzioni e preoccupazioni, oltre che rabbia mettono addosso infinita tristezza.

Ci sono medici e infermieri che stanno rischiando la salute e la vita per farci uscire da questo incubo, ci sono attività che devono chiudere, lavoratori che vedono il loro posto di lavoro e il loro tenore di vita a rischio. Rinunciare ad allenarsi per qualche settimana non può, non deve essere un problema. Se un giornalista ha una notizia, la deve dare, quindi anche noi abbiamo dato la notizia di quali sono gli atleti di interesse nazionale che possono, legalmente, continuare ad allenarsi. Ma per rivolgere a ciascuno di loro un sincero, affettuoso e preoccupato invito: statevene a casa. Anche voi.

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