Auger-Aliassime è un bel personaggio, tanto interessante per i suoi risultati in campo quanto fuori. Ama suonare il pianoforte, dice che se non fosse diventato un tennista sarebbe un artista, e da ragazzino gestiva un canale YouTube (c’è ancora, ma i video non più) nel quale davanti a una webcam in cameretta parlava di ecologia, riscaldamento globale e salvaguardia del pianeta. Poi il tennis ne ha assorbito buona parte del tempo e delle energie mentali, ma Felix è rimasto molto attivo, dedicando spazio sia alla politica della racchetta (dal 2020 è il più giovane membro del Players’ Council ATP) sia al sociale. Basti pensare che nel 2020 ha donato 5 dollari per ciascun punto vinto durante l’anno a un’associazione che si occupa dell’istruzione e dell’educazione di bambini nel Togo, la nazione d’origine di papà Sam, poi emigrato in Canada dove è diventato insegnante di tennis. In totale, grazie all’intervento di BNP Paribas che ha quadruplicato l’importo, la donazione complessiva è stata di circa 100.000 dollari. Potrebbe aumentare parecchio quest’anno, visto che Felix ha giocato – e vinto – molti più match, e non ha intenzione di fermarsi.
La sua è stata una crescita costante, a piccoli passi, affinando un dettaglio dopo l’altro. E con l’aiuto di un secondo allenatore speciale come Toni Nadal, lo zio di Rafa che accompagnato il nipote per buona parte della sua carriera, e dopo aver dato una mano a Cristian Garin ha sposato gli obiettivi di Felix. “Lavoriamo insieme dallo scorso dicembre – spiega il canadese – e quella di chiedergli una mano è stata un’ottima idea. Mi ha aiutato a migliorare il mio tennis e la concentrazione, a diventare più solito e a muovermi meglio. Ma la cosa più importante è la fiducia e la consapevolezza che ha portato sia a me sia a tutti gli altri membri del mio team. Lui, da allenatore, ha vissuto tutte le emozioni che io vorrei vivere da giocatore, ha vinto i più grandi tornei del mondo e ha visto il suo allievo arrivare al numero uno del mondo. È come se ci abbia fatto capire che è qualcosa che si può fare, che anche noi possiamo ottenere quel genere di risultati, se continuiamo a fare le cose bene e a lavorare nella giusta direzione”.
Difficilmente Auger-Aliassime diventerà il nuovo Nadal, ma può comunque fare tanto, partendo magari da quel primo titolo ATP che sino a ora gli è sempre sfuggito. Ha giocato otto finali, alcune da favorito, e le ha perse tutte senza mai riuscire a vincere neanche un set. Ma l’antipatico paragone col francese Julien Benneteau, che ha chiuso la carriera con dieci finali perse e zero titoli in bacheca, non regge. Felix è di ben altra pasta, l’ha già dimostrato a più riprese. La semifinale a New York non fa altro che ribadirlo.