“Sembra di stare in una prigione. Queste persone (il governo del Victoria, ndr) non hanno idea di cosa sia il tennis”. L’ultima tuonata dalla rumorosa quarantena di Melbourne parla l’inglese traballante di Roberto Bautista Agut, ed è stata sottoscritta in fretta da Yulia Putintseva, che dall’altra sponda – quella WTA – ha rincarato la dose postando una foto su Instagram, nella quale regge un cartello con la scritta “abbiamo bisogno di aria fresca da respirare”.
Parole pesanti: non tanto quelle della tennista kazaka che delle esagerazioni fa da sempre uno dei suo tratti distintivi, con tanto di dito medio in mondovisione al pubblico australiano solo un paio di anni fa, ma quelle dell’ex top-10 spagnolo sì. È sempre stato un personaggio composto, educato, e di lui non si ricordano comportamenti fuori dalle righe. È corso ai ripari con un post, spiegando che la sua frase è stata estrapolata dal contesto, in una conversazione privata, e divulgata senza il suo consenso. Ma il pensiero resta tale, e unito a tutte le notizie che arrivano dall’Australia fa sorgere delle domande. Si tratta di richieste giustificate? Oppure non sono altro che i capricci di chi non vuole adattarsi a una normalità diversa dal solito nemmeno nel mezzo di una pandemia? Non è che i fenomeni della racchetta siano un tantino viziati? Vista la situazione vien da pensare di sì.