“Prima di partire per l’Australia sono risultato positivo al covid”. La prima trasferta della stagione di Gianluca Mager, come quella di tanti colleghi, non è partita sotto la migliore stella. Intervistato da IL Tennis Italiano dopo il successo su Egor Gerasimov, valso l’accesso al secondo round dell’Adelaide International 2, il ligure ha raccontato il suo inizio di stagione. “Io, Flavio (Cipolla, ndr) e tutto il mio team siamo costretti a casa per dieci giorni - spiega l’attuale numero 63 del mondo -, ma dopo essermi negativizzato sono partito e sono arrivato ad Adelaide in tempo, due giorni prima del mio esordio. Tutto sommato posso dire di essere soddisfatto della vittoria su Cerundolo e della lotta messa in atto con Gerasimov, sul quale mi sono subito preso una bella rivincita. Nella settimana di pausa tra i due eventi di Adelaide ho avuto l’occasione di ritrovare le giuste sensazioni e la migliore condizione atletica”.
Impegnato contro Gerasimov su Campo 3, Mager si è destreggiato in condizioni climatiche poco accomodanti ed è emerso nei momenti chiave con il dritto lungolinea, colpo con il quale sente di poter fare un ulteriore salto: “Io e Flavio abbiamo lavorato molto su questo tipo di costruzione, mi fa piacere si stia notando, anche se poi trasferire in partita quanto fatto in allenamento non è mai facile. Un altro proposito di questa stagione è quello di essere più aggressivo dalla metà campo in avanti: vorrei chiudere più punti scendendo a rete”. L’anima resta la solita, quella del Gianluca che ama lottare su ogni punto e che preferisce lasciar parlare il campo. “I miei pensieri sono principalmente sul tennis giocato, quindi non ho parlato con troppe persone di ciò che sta succedendo a Djokovic - ammette l’azzurro -. Io sono dell’idea che dal momento in cui Nole sia stato autorizzato a partire, non è poi molto giusto detenerlo in albergo. Lui ha ricevuto l'ok per partire verso l’Australia, quindi non vedo perché non debba giocare l’Australian Open. C’è stata un po’ di confusione a mio avviso”.
La finale da sogno a Rio de Janeiro è il tassello più prezioso della carriera di Gianluca, ma i quarti di finale incastonati nel 2021 a Belgrado, Kitzbühel e Sofia hanno consolidato un meritato status da top 100. Da Nargiso a Cipolla, il classe 1994 ha maturato gradualmente la consapevolezza di poter essere un giocatore, come lui stesso racconta: “Prima di compiere 18 anni giocavo a tennis, ma non avevo idea di cosa fosse il professionismo e non avevo assolutamente idea di dove sarei andato a parare con questo sport”. Il momento della svolta nella memoria di Gianluca è arrivato con la maggiore età, più precisamente grazie all’esperienza in Serie A1 con i colori del Park Tennis Club Genova, che nel 2020 ha poi guidato al tricolore: “All’età di 17 anni il presidente mi chiamò perché aveva bisogno di un vivaio per prima squadra, al tempo ero 2.5 o 2.4, non ricordo. Naturalmente non giocai mai, ma vivere quell’ambiente e stare in quella squadra fu determinante. Gianluca Naso, Alessandro Giannessi e Frederik Nielsen sono stati d’ispirazione, loro per me erano persone che avevano trasformato una passione in lavoro. Da quel momento ho deciso di voler fare il tennista e ho iniziato a vivere questo sport con la stessa serietà impiegata da loro”.