Federer, a Wimbledon capiremo questo suo ritiro

Il campione svizzero non forza e decide di abbandonare il Roland Garros. I prossimi tornei ci permetteranno di capire il significato di questo ritiro.

Foto Ray Giubilo

Ora si tratta di capire che reazione avrà quel popolo sterminato di tennisti che da vent’anni lo ama senza mezze misure, ammaliato dalla regalità dei modi e da quel lirismo tecnico pressoché inarrivabile. A occhio e croce, il ritiro di Roger Federer dal torneo di Parigi farà quanto meno scorrere un brivido lungo la schiena del pianeta tennis e a dispetto dei match in programma oggi al Roland Garros, quello tra lui e Matteo Berrettini farà discutere proprio perché non sarà mai giocato. Un paradosso che prende le mosse dallo stato fisico di un beniamino che tutti speravano avviato a soluzione e che invece sembra prolungarsi più del previsto sprofondando in fibrillazione chi lo vorrebbe bello e arzillo in barba all’acqua che passa sotto i ponti.

Non sapremo mai, dunque, se l’ottavo di finale cancellato dal palinsesto parigino sarebbe potuto essere occasione di riscatto per l'italiano reduce dalle sconfitte subite nel 2019 a Wimbledon e nelle ATP Finals, 2019 o se avremmo assistito alla rinascita definitiva di un re invocato a gran voce. Per una volta il risultato, vero o presunto che sia, passa in second’ordine rispetto ai risvolti che potrebbe riservare agli aficionados la carriera del più grande tennista di tutti i tempi, colui che nei passati quattro lustri ci ha viziati con giocate improbabili estratte da un cilindro senza fondo.

Un veterano provato a ogni battaglia che, seppure stratosferico, alle soglie degli ‘anta’ tenta di venire a capo di due operazioni a un ginocchio seguite da un lungo anno di riabilitazione. Trascorso il quale, ha ripreso un cammino agonistico propedeutico ai grandi appuntamenti, che a metà marzo l’ha visto a Doha cedere il passo a Nikoloz Basilashvili dopo aver battuto all'esordio Daniel Evans. Lo stesso campione che nel maggio ginevrino aveva alzato le braccia opposto a Pablo Andujar e che in questo Roland Garros era tornato a far sognare qualche miliardo di spettatori sparsi nei cinque continenti per via dei tre set a zero imposti in abbrivio a Istomin e i quattro del secondo turno rifilati a Cilic. Si arriva dunque al confronto dell’altra sera contro Dominik Koepfer, una vittoria stupenda ottenuta di carattere più che di tecnica ma apparsa subito troppo dispendiosa per un giocatore ancora in fase di recupero. Di lì la decisione di non insistere.

Un ritiro che per quest’anno archivia per lui una terra mai troppo amata proiettandolo verso le miriadi di fili verdi che tanto si addicono, invece, a quel suo passo da pantera rosa con il quale sa raggiungere una palla con fare silenzioso per rispedirla su una riga oltre la rete immersa in una magica nuvola di polvere. Acciacchi permettendo, il sogno di chi lo adora passerà per Halle e approderà a Wimbledon. E una volta in Church Road, sapremo finalmente se saremo ancora dinanzi al giocatore che tutto il mondo adora o se invece dovremo riaprire gli occhi e in un prossimo futuro rallegrarci l’anima nutrendoci di ricordi e dei suoi migliori highlights!

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