Ogni tennista ama personalizzare la propria racchetta, l’arma con cui scende in campo per le battaglie quotidiane. Ma quando ha senso modificare la racchetta? Con quale logica e perché?
Partiamo dall’assunto che esistono vari tipi di personalizzazione e che queste operazioni possono coinvolgere diversi aspetti, dalle dimensioni del tappo alla misura del manico, alla forma dell’impugnatura, sino alle modifiche più comuni che coinvolgono i parametri fisici di peso, bilanciamento, inerzia e polarizzazione.
Modificare le caratteristiche base di un telaio può incidere sul rendimento dinamico in termini di giocabilità, e di conseguenza nella resa sul campo da gioco?
Facciamo una premessa fondamentale. I telai, quando escono dalla casa produttrice, possiedono tolleranze che per convenzione vanno dai +7 ai -7 grammi; 14 grammi massimi di scarto, potenzialmente una differenza notevole fra due racchette, che potrebbe comportare una variazione di bilanciamento che nel peggiore dei casi può essere pari a 7+7=14mm, incidendo in modo sensibile sul comportamento dei due telai.
Se poi approfondiamo ulteriormente l’argomento, potremmo spaventarci nello scoprire che due telai con una differenza di soli 3 grammi e 3 millimetri di bilanciamento possono possedere sino a 10 punti di inerzia di scarto e che, dulcis in fundo, due telai di pari peso e bilanciamento, situazione teoricamente ideale, possono avere differente inerzia per via della diversa distribuzione delle masse lungo lo sviluppo del fusto (polarizzazione).
Un tema complesso, dunque, che merita un approfondimento per permettere di approcciare il problema in modo consapevole e consentire, magari, di fare qualche esperimento.