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di Giona Maffei
24 September 2020

Benoit Paire: "In Germania c'è un protocollo migliore, in Francia non avrei potuto giocare"

Il transalpino è sceso in campo contro Ruud ad Amburgo nonostante un tampone positivo. Ecco la spiegazione del giocatore

Foto Ray Giubilo

Benoit Paire è di nuovo protagonista in queste settimane. Nella giornata di ieri, il francese è sceso in campo nel primo turno dell'ATP 500 di Amburgo contro Casper Ruud nonostante due dei tamponi effettuati nei giorni scorsi in Germania fossero risultati positivi. In conferenza stampa il transalpino ha spiegato meglio la situazione. "Sono stato bloccato in un hotel per dieci giorni agli US Open, sono stanco - ha esordito -. Ti fanno fare un'ora di allenamento e poi devi subito tornare in stanza. Ad Amburgo sono risultato positivo al mio arrivo. L'unico test negativo qui è arrivato ieri, prima di quello ero stato due volte positivo. Le regole qui sono diverse, ecco perché ho potuto giocare. Vorrei che l'ATP spiegasse meglio questa regola, perché a Parigi ho visto giocatori negativi che non hanno potuto giocare perché i loro allenatori o compagni erano positivi, mentre qua se sei positivo hai tempo per fare un altro test".

"Negli Stati Uniti il mio test potrebbe essere stato un falso positivo, non lo so - ha aggiunto Paire -. Quello che so è che sono stato negativo dopo gli US Open, negativo a Parigi, negativo a Roma e positivo ad Amburgo. Quando ho parlato con il medico in Francia mi ha detto che avevo il 50% di possibilità di essere positivo perché potevo avere dei resti del virus, ogni giorno andavo a letto sapendo che il giorno dopo sarei potuto essere positivo".

"Ho contattato il Roland Garros per spiegare la situazione - ha concluso il francese -. L'unica cosa che so è che in Germania è diverso e penso sia meglio che in Francia. In Francia se risulti positivo non giochi il torneo, sei fuori. Io sono risultato positivo ma ho potuto giocare perché ho fatto altri test. In Francia,se fosse stato così, non avrei potuto giocare".

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