Italia, Usa e Colombia: il sorteggio del gruppo E si divide tra Nord e Sud America per gli uomini di capitan Corrado Barazzutti. Le Finali di Coppa Davis sembrano una delle competizioni stagionali meno a rischio dopo la sospensione della stagione su terra rossa. La Caja Magica sarà al sicuro dalla minaccia coronavirus? Con o senza pubblico? Da qui al 23 novembre c'è tempo, impossibile rispondere, ma con la speranza che da inizio giugno si possa tornare ad ammirare i grandi campioni presso i più prestigiosi palcoscenici mondiali, andiamo ad analizzare le due avversarie del tricolore nella fase a gironi, che per l'Italia rimangono un tabù nel nuovo format.
Il 2019, anno d'esordio dell'innovativa competizione voluta da Gerard Pique & Co., lasciò un amaro in bocca non indifferente agli azzurri, le cui le presenze di Matteo Berrettini e Fabio Fognini non bastarono per accedere ai quarti. In quel caso ad eliminarci furono il Canada e gli Stati Uniti. La giovanissima formazione di Mardy Fish sarà di nuovo opposta all'Italia e potrebbe subire qualche variazione significativa. Molto dipenderà dalla presenza o meno di Isner: 'Long John' restò a casa nella prima edizione, ma tornò a rappresentare la bandiera a stelle e strisce qualche mese dopo in Atp Cup (perdendo da Fognini a Perth). La più grande certezza, se così si può definire, è rappresentata da Taylor Fritz che prima della sospensione era riuscito ad agguantare il best ranking alla ventiquattresima piazza, anche grazie alla finale del '500 di Acapulco. Occhio a Reilly Opelka, cui superficie rapida di certo non può che rappresentare una buona notizia, del resto come per tutti gli americani. Tra i nomi 'nuovi' e di nuovo in voga attorno al team di Fish rispunta Jack Sock - recente finalista al Challenger di Indian Wells - il quale sembra uscito definitivamente da una crisi senza tempo. Lo stesso Fish ha più volte affermato di voler puntare sui giovani per creare un nuovo ciclo. Non è esclusa a priori però la presenza di giocatori come Sam Querrey e Tennys Sandgren. Potrebbero alzarsi invece le quotazioni di Tommy Paul, classe 1997, grande amico di Kyrgios e ragazzo dal talento sopraffino. Insomma, i nomi sono tanti, quasi come i mesi che ci separano dalla competizione: il roster è numeroso, ma manca il campione agli Usa, soprattutto dopo il ritiro dei gemelli Bryan.