Il greco si unisce all’analisi del terreno di gioco, di cui hanno parlato in tanti in questi giorni. “Non si può negare che il campo sia molto veloce, però credo che questo possa fare bene al mio gioco. Il servizio e il primo colpo successivo sono più forti e questo per me è un bene. Il problema con Novak è stato che ho iniziato male ed è difficile rientrare dopo in partita quando sei già in svantaggio. Non sono contento per come è andato il primo set e la mia sensazione è che nel secondo ho giocato con il ritmo giusto. Tutto si è deciso in pochi punti, nei quali anche la fortuna è stata determinante e, purtroppo, non mi è andata bene”.
È chiaro che Stefanos sia arrivato a Torino con un po’ di pensieri in testa anche riguardo alla possibilità di chiudere l’anno da numero uno del ranking mondiale. Il numero tre al mondo, però, avrebbe dovuto vincere il torneo da imbattuto per spodestare Carlos Alcaraz, cosa che non potrà accadere. “Chiaramente se avessi vinto tutte e cinque le partite di questa settimana sarei stato degno di occupare quella posizione, ma non era qualcosa a cui pensavo. Mi ha fatto emozionare avere la possibilità, dal punto di vista matematico, di conquistare qualcosa che per me è un sogno e un obiettivo a lungo termine. Non ho fretta di arrivare, ad essere sincero, e credo veramente che un giorno ci arriverò. Quello che devo fare è concentrarmi sul mio tennis, sulla mia crescita come giocatore e non essere ossessionato da questo traguardo, perché sarà solo una conseguenza del lavoro ben fatto, semmai dovessi arrivarci. Posso essere felice anche senza essere numero uno, ma è chiaro che, se dovessi arrivarci, lo sarei ancor di più”. Per Tsitsipas, dunque, sembra essere solo questione di tempo. Il greco ora dovrà sfidare Daniil Medvedev, in una sfida che è già da dentro o fuori.