Il nostro viaggio nelle regioni dove tennis è ripartito a maglie larghe, si chiude con la Sicilia. L’ordinanza emanata dal presidente della regione, Nello Musumeci, ha dato il via libera a tutti; unica eccezione Messina, dove il sindaco si è espresso in maniera contraria. Per sapere come sono andati i primi giorni nei circoli siciliani abbiamo contattato Alessio Di Mauro e Francesco Cinà. Partiamo dall’ex coach di Roberta Vinci, attualmente al suo Cinà Tennis Institute: “I primi due giorni siamo stati cauti tenendo aperto solo per seconda categoria e under di interesse nazionale. Da mercoledì la riapertura si è estesa a tutti, si possono fare lezioni private o giocare in singolo - spiega Cinà - Le persone hanno molta voglia di giocare e i nostri campi possono essere prenotati con l’app. In questo periodo anche chi giocava una volta a settimana probabilmente avrà voglia di giocare più volte per stare all'aria aperta. Concedendo il tennis a tutti, la regione ha dato fiducia ai circoli che hanno spinto per ripartire; quindi devono essere prese tutte le precauzioni possibili”.
Parlando di misure preventive, Cinà racconta quelle adottate dal day 1 nella sua struttura: “Il circolo ha 13 campi, abbiamo diviso gli allenamenti tra mattina e pomeriggio per non avere troppa gente nel club nello stesso momento. All’ingresso accogliamo noi i ragazzi e gli prendiamo la temperatura, a fine allenamento li accompagniamo fuori dato che i genitori non possono parcheggiare nella struttura”, spiega Francesco precisando la presenza di più punti adibiti all'entrata e all'uscita. Per quanto riguarda le regole del campo, anche in Sicilia, specialmente in un mese di maggio già caldo, è stato il guanto a creare le maggiori difficoltà tra i ragazzi: “Dico la verità, il maestro in campo con guanti e mascherina fa fatica, anche perché a Palermo abbiamo quasi toccato i 30°. Chi gioca, dopo 20 minuti inizia a perdere la presa sul collo della racchetta in fase di preparazione del rovescio a una mano - analizza Cinà - Inoltre al termine dell’ora quando togli il guanto, la mano è bianca con le pieghe, come se fosse stata tenuta un’ora in acqua. Noi naturalmente prendiamo questa precauzione, però per chi gioca a livello più alto quella del liquido igienizzante è una soluzione più conveniente”.