WIMBLEDON – Roger Federer rimette piede sul Centre Court in un clima di sacralità. Contro Muller non ha problemi nemmeno sotto il tetto e riflette sulla cabala: quando lo ha battuto ha sempre vinto il titolo!
Di Alessandro Mastroluca – 27 giugno 2014
Ogni volta che Federer ha affrontato Gilles Muller, ha vinto il titolo. L'ha battuto due volte nel 2005, a Indian Wells e a Bangkok, e nei quarti agli Us Open del 2008, che resta il miglior risultato di Muller in uno Slam. Il mancino lussemburghese riuscì su questi prati a battere Nadal ormai nove anni fa. I ricordi ormai sono sbiaditi, come sbiadita è l'efficacia del suo serve and volley, comunque sempre esteticamente gradevole. Federer, al debutto quest'anno nella cattedrale del tennis, è sempre in totale controllo del match, stampa 25 ace e lascia appena 9 punti in 15 turni di battuta, aiutato sicuramente dalla reattività un po' spenta di Muller. Così la partita si decide, di fatto, nei game di risposta del sette volte campione di Wimbledon che converte 4 palle break su 6, un bilancio al limite dell'inusuale per un campione sempre generoso e tutt'altro che cinico in queste situazioni. Dopo un primo parziale che scappa via in 24 minuti, con gli applausi a Re Roger per i rovesci velenosi come una stilettata che lo portano al set point, sul 4-3 del secondo fa il suo esordio stagionale anche il tetto, costato 100 milioni di sterline nel 2009, e premiato con l’Annual Structural Steel Design Award. Inaugurato con l'esibizione del 17 maggio 2009 che ha coinvolto Steffi Graf, Andre Agassi, Kim Clijsters e Tim Henman, nella prima edizione ha “battezzato” solo due partite. Prima Amelie Mauresmo che batte Dinara Safina poi Andy Murray, che da qualche settimana è seguito proprio dalla francese, si fa portare al quinto da Stan Wawrinka e convince la BBC a cancellare la messa in onda della storica serie medical Eastenders.
IL PELO NELL’UOVO
Nella mezz'ora che serve a consentire la ripresa del gioco, il tempo necessario alle nove macchine di aerazione, in grado di immettere 143 mila litri di aria al secondo all'interno del campo, di mantenere sotto controllo i livelli di umidità, le condizioni di gioco inevitabilmente cambiano. Anche se qualche anno fa il professor Steve Haake, allora direttore del centro di ricerca in ingegneria dello sport all'Università di Sheffield e consulente tecnico dell'ITF, scrisse sul blog Engineering Sport che la colpa non era tutta del tetto. Il professor Haake ha spiegato che né la differenza di densità dell'aria né la superficie più morbida possono spiegare il rallentamento misurato di 7 kmh. "E' probabile – scrive il professor Haake – che quando le palle si bagnano a causa della pioggia e poi si asciugano, aumentino temporaneamente di diametro perché aumenta il volume del pelo. E bastano 2 mm in più per rallentare la velocità dopo il rimbalzo di 7 kmh". Il rallentamento conseguente alla chiusura del tetto, tuttavia, non si può considerare oggi un fattore di qualche rilevanza. Alla ripresa, Muller soffre sempre di più le risposte corte dello svizzero ma arriva comunque a un passo dal tiebreak. Dal 40-15, però, non riesce a far più un punto e si vede trafitto da un solito destino, l'elegante passante di rovescio dello svizzero, e segna la sua resa con una volée d'approccio sotterrata a rete.
UN ISPANICO AL TERZO TURNO
Il terzo set è un esercizio di controllo e di concentrazione. Federer non rallenta, non scende di livello al servizio nonostante una partita senza ritmo. Così l'unico brivido rimane la piccola scivolata dello svizzero, che perde gli appoggi comunque senza alcuna conseguenza. Tanto che al game successivo completa l'unico break del parziale senza dover fare altro che assistere al doppio fallo di Muller. Al di là del risultato, nell'ottica dello svizzero quel che conta davvero di questa partita è la durata. Perché in un torneo dispendioso poter vincere match così nei primi turni in un'ora e mezza, evitare i prolungamenti, i ritorni in giorni consecutivi per la pioggia, poter mantenere le routine e i tempi di recupero fra una partita e l'altra, può fare la differenza. Fra due giorni, infatti, tornerà in campo contro Granollers o Giraldo che oggi sono stati costretti a tornare negli spogliatoi sul 2-1 per lo spagnolo nel quinto set.
Post correlati
Anche nel tennis servono più controlli
Foto Ray Giubilo L’incidente di Edoardo Bove oltre a spaventarmi mi ha incuriosito, perché ormai casi del genere succedono...