Sinner, Musetti e Cobolli avanzano nel torneo, reagendo alle insidie, non sempre riferite al campo, ognuno a proprio modo

È probabile che il momento più complesso del secondo turno giocato da Jannik Sinner contro Alexei Popyrin, sia stato quello che ha preceduto il match. È successo prima di scendere in campo, nella fase di riscaldamento, le telecamere che inquadrano quei tentativi più o meno maldestri di colpire la palla con un materassino arrotolato, stile baseball, lì, dove quello sport è di casa. Un paio Sinner è pure riuscito a colpirle, fra le risate di tutto il suo team. In campo, poco dopo, per Popyrin non c’è stato scampo, incapace soprattutto di trovare soluzioni alle micidiali risposte al servizio di Sinner. Ordinaria amministrazione, come il primo turno, tanto che nell’intervista per il pubblico a fine partita non sanno più cosa chiedergli e allora ieri si è parlato addirittura di ristoranti italiani preferiti. Ed è stato efficace anche in questa risposta qua, il numero uno del mondo.

Anche ieri tre partite con giocatori italiani protagonisti programmate più o meno contemporaneamente, merito della qualità abbondante del nostro tennis. Lorenzo Musetti ha dipinto tennis contro il belga David Goffin. Lo guardi giocare ed è proprio vero, chi sente la mancanza di Roger Federer – e ci manca eccome – può riempire quel vuoto di bellezza davanti al tennis a tratti sublime di Lorenzo Musetti.
Quando è in forma, quando sta bene e il suo tennis è all’apice, non è esagerato considerarlo patrimonio mondiale, riconosciuto pubblicamente anche da Jannik Sinner.

Nel frattempo Flavio Cobolli, ha lottato per quattro ore e mezza in un campo lontano contro l’americano Brooksby. Un match punto su punto, alti e bassi in continuazione, da una parte e dall’altra, che ai tempi in cui non esisteva il tie break sarebbe durato ore e ore in più delle quattro e mezza.
Vittoria al super tie break del quinto set, dimostrando una resistenza senza pari. E adesso sarà derby fra amici con Musetti. Spettacolo garantito.