Sale l’attesa per l’ultima finale Slam della stagione, che vedrà ancora una volta l’uno di fronte all’altro Jannik Sinner e Carlos Alcaraz

C’è quell’ombra, che non è così scura, così minacciosa, ma che preoccupa, quell’infortunio che pare sia stato leggero e che ha portato Jannik Sinner a uscire dal campo durante la semifinale contro Felix Auger-Aliassime. E c’è Carlos Alcaraz che sembra giocare su una nuvola, in questo periodo. Talmente sicuro e leggero, il suo tennis attuale, contro ogni avversario incontrato finora, che si fa fatica ad accostare questo Alcaraz qui all’Alcaraz della finale di Wimbledon, impotente e addirittura rassegnato, incapace di contrastare il gioco poderoso e preciso di Jannik Sinner. C’è quel video, in cui si rivolge al suo angolo, durante un cambio di campo, “Sta giocando molto meglio di me. Da fondo campo è molto più forte di me”, e lo fa con dei gesti decisi, inequivocabili, definitivi. Oggi sembra impensabile possa andare allo stesso modo, immaginare lo spagnolo rassegnato e disarmato come a Wimbledon. Però. Però dall’altra parte ci sarà comunque e sempre Jannik Sinner, che contro Shapovalov e Auger-Aliassime ha dimostrato di saper trovare sempre soluzioni vincenti, anche quando non è in giornata. Sì, è chiaro: Alcaraz è un’altra cosa rispetto a chiunque altro. Però.
È chiaro, oggi andrà così, un andirivieni fino alle venti. Umore che andrà su e giù di continuo. Certezze e incertezze che si alterneranno. Le montagne russe, insomma. Poi, alla fine, quei due scenderanno in campo per la terza volta di fila in una finale Slam, un altro record. E sarà spettacolo, comunque vada.