Nel suo ultimo lavoro Massimo Grilli traccia la storia del nostro sport attraverso i suoi grandi personaggi. Da Spencer Gore, primo vincitore a Wimbledon, a Lacoste, da Laver a Sinner, passando per Tilden, Nastase, Connors, Borg e Panatta, Navratilova, Becker, Sampras, Sabatini, i Big 3, Flavia Pennetta…

Le stelle del tennis, Diarkos – 476 pagine | 20,00 euro
Massimo Grilli, per quarant’anni colonna del Corriere dello Sport e oggi firma del nostro magazine, è persona adorabile e dotata di un’ironia “flaianea”, con un solo, grande difetto. Quando è in giro per tornei, a Roma o a Doha, a Wimbledon o al Roland Garros, è impossibile staccarlo dai campi. Guarda tutto, osserva tutto, fatica a rinunciare ad un primo turno del torneo under 18 o di “misto” alle otto di sera («Ma, come, c’è la Hsieh con Zielinski, non posso andarmene…») e quindi boicotta regolarmente i progetti di cena in comune. Se infatti il calcio e la “maggica” sono il suo primo amore, che coltiva con documentatissima ferocia, il tennis gli piace (quasi) altrettanto. E non solo quello attuale, contemporaneo, ma anche il Gioco delle origini e degli anni ruggenti del Novecento.
“Le stelle del tennis” ne è una testimonianza evidente, corposa, minuziosa anche nella ricerca di dati e statistiche ma leggibilissima, come è caratteristica dei cronisti di razza. Una storia del nostro sport attraverso i suoi grandi personaggi – “Uno show lungo 150 anni”, come recita il sottotitolo – che parte da Spencer Gore, primo vincitore a Wimbledon, e dai fratelli Doherty e arriva fino a Sinner, passando per Tilden e Lacoste, Kramer e Pietrangeli, Laver e Nastase, Connors, Borg e Panatta, Navratilova e Becker, Sampras, Sabatini, i Big 3, Flavia Pennetta… Insomma, per farla breve: tutti. Dai racconti del reverendo Hartley, che a Worple Road si trovò a lottare contro un futuro omicida, ai tormenti di Becker, alla cronaca dell’accoltellamento di Monica Seles, ci imbattiamo in mille episodi, in uno sfoggio enciclopedico di date ed eventi sciolto in una prosa sempre fluida, scorrevole, in presa diretta.
Chi il tennis l’ha avvicinato da poco, magari incuriosito e ammaliato dalle vittorie di Sinner e Berrettini, ci trova tutto quello che serve per “farsi una cultura” senza mai annoiarsi. Chi i gesti bianchi li mastica da sempre, può invece divertirsi a rivivere emozioni conosciute a fianco di un nuovo compagno di strada. O magari usarlo come mini enciclopedia da consultazione: il volume è infatti arricchito da un’appendice completa di cronologia, elenco di record principali, oltre che da una mini galleria di altri campioni del passato e da una bibliografia davvero strepitosa, che da sola vale l’acquisto. A proposito: anche il collega che cita in apertura Massimo, appassionato di storia del tennis e che su WhatsApp ha come immagine il ritratto di Spencer Gore, ha letto il libro. E l’ha trovato interessantissimo.