Nella giornata di venerdì andrà in scena il tredicesimo confronto tra Djokovic e Zverev: negli anni non sono mancati attestati di stima e sostegno reciproco, per due giocatori più simili di quanto si potrebbe pensare

Foto Ray Giubilo

“Abbiamo un patto con Zverev: fino a quando io gioco, lui deve farmi vincere negli Slam”, così Novak Djokovic ha scherzato al termine del match vinto contro Carlos Alcaraz proiettandosi alla semifinale contro Alexander Zverev. Una maniera scherzosa per stemperare la tensione in vista di un appuntamento importante, per due giocatori – Sascha e Nole – che si sono affrontati 12 volte in totale, e che negli anni non hanno mai mancato occasione di sostenersi vicendevolmente. Entrambi hanno infatti vissuto momenti difficili all’interno del tour, e forse anche per questo si sono sempre mostrati solidali l’uno con l’altro, mantenendo una sana rivalità.

Un primo esempio è senza dubbio riconducibile al febbraio del 2022, quando Zverev venne squalificato dal torneo in singolare ad Acapulco per un gesto folle contro il giudice di sedia. Per chi non lo ricordasse il giocatore teutonico – impegnato nel match di doppio in coppia con Melo – non contento di una chiamata dell’arbitro scagliò violentemente la racchetta per quattro volte sulla torretta dove sedeva il giudice di sedia, che non è stato colpito per un soffio. Sull’episodio si pronunciò lo stesso Djokovic, che pur comprendendo i motivi della squalifica si era mostrato solidale nei confronti di Zverev. “Penso che la squalifica sia corretta date le circostanze. Certo, per un giocatore è duro essere squalificato da un torneo. Un anno e mezzo fa ho vissuto qualcosa di simile – US Open 2020, ndr – colpendo involontariamente il giudice di linea. Mi rendo conto che è un errore, devo accettarlo. Spero che possa riflettere su questo, e non lasciare che qualcosa del genere accada ancora”. Spesso si dice che vivere esperienze simili aiuta a empatizzare meglio con gli altri, ed è forse proprio quanto è accaduto tra i due in questa circostanza.

Poco prima, tuttavia, era stato lo stesso Zverev a mostrare una forte vicinanza al giocatore serbo, che nel gennaio dello stesso anno era stato escluso dagli Australian Open 2022 per non essersi sottoposto al vaccino per il Covid-19, con tanto di reclusione e annullamento del visto con cui era arrivato in Australia. Proprio durante una conferenza stampa in quel di Melbourne, l’attuale numero tre della classifica mondiale si era mostrato sinceramente dispiaciuto per come i media internazionali parlavano di Djokovic. “Dal mio punto di vista, mi dispiace un po’ per lui nel modo in cui tutto il mondo ne parla. Stiamo parlando di uno dei più grandi atleti che siano mai vissuti, in un modo così negativo“.

Tornando alle questioni di campo, dalle quali si era partiti nel tratteggiare questo sodalizio sportivo, i precedenti vedono in vantaggio Djokovic con otto successi contro i quattro di Zverev. In cinque occasioni si sono incontrati in semifinale, tra cui l’ultimo confronto in assoluto a Cincinnati nel 2023 quando a vincere fu ancora il serbo con il punteggio di 7-6, 7-5. Una delle sfide più memorabili tra loro due è ancora una semifinale, precisamente quella del torneo olimpico 2021 a Tokyo, dove a imporsi fu Zverev al terzo decisivo set. Djokovic è poi riuscito a vincere la tanto sospirata medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Parigi dello scorso anno, andando in qualche modo a confermare quanto detto da Zverev rispetto alla carriera del serbo. “Djokovic ha dominato completamente il tennis negli ultimi 10-12 anni. Si tratta del giocatore con il maggior numero di settimane da numero uno nella storia, non so quanti record ancora ci siano da battere, ma quelli che restano forse li batterà”.

Venerdì si troveranno ancora una volta l’uno contro l’altro, e in palio ci sarà la finale degli Australian Open. Le motivazioni non mancano da entrambi le parti – Djokovic continuare la corsa verso lo Slam numero 25, Zverev per continuare a sognare il primo Major della carriera – ma a fine partita ci sarà sicuramente spazio per una sincera stretta di mano, anche se durante la partita dovesse esserci qualche momento di tensione.