Jannik Sinner ha parlato in conferenza stampa di cosa rappresenti per lui questa finale a Wimbledon, che lo vedrà ancora contro Carlos Alcaraz per provare a prendersi la rivincita dopo Parigi

LONDRA – «Questo era il torneo che guardavo in Tv da bambino, anche pensare di giocarci era un sogno, ora sono in finale e mi sembra incredibile. Vincere davanti alla mia famiglia, al mio team, è bellissimo». Ha un gusto dolcissimo la prima finale di Jannik Sinner nel torneo più importante del mondo (la quinta in uno Slam, staccato Pietrangeli fermo a quota 4) ottenuta battendo Djokovic in tre set secchi. «Sono molto soddisfatto del livello della mia prestazione, mi sono mosso meglio rispetto ai giorni scorsi. Ho servito bene (12 ace, nda), tenendo un’alta percentuale di prime palle (74%, nda), questo mi ha facilitato molto il compito. Nole probabilmente non stava bene, io ho cercato di concentrarmi sul mio gioco». Sinner è il sesto giocatore nell’era Open capace di raggiungere quattro finali Slam consecutive, dopo Federer (che è arrivato a giocarne 10 di fila…), Djokovic, Nadal, Agassi e Laver. «Bella compagnia – risponde Jannik – io cerco di migliorare come giocatore su tutte le superfici. La prima volta che sono arrivato qui (nelle qualificazioni del 2019, nda) non sapevo nemmeno come muovermi. Grazie al lavoro di questi anni capisco meglio il gioco su erba, il viaggio continua. Che sensazioni mi hanno regalato queste finali? Beh, giocare per il titolo a Parigi, al rientro dopo tre mesi di stop è stato davvero speciale. Ma anche ripetermi qui a Londra, dopo quella finale persa al Roland Garros, è molto importante, è stata una bella reazione anche mentale. A volte si tende a sottovalutare certe imprese, ma dietro ogni risultato c’è un lavoro enorme».
Gira e rigira si torna sempre a parlare del Roland Garros, di quella partita persa dopo un vantaggio di due set. Domenica sarà la tredicesima sfida con Alcaraz, che è in vantaggio per 8-4 e che non perde a Wimbledon da tre anni, proprio da quella sconfitta che Sinner gli inflisse negli ottavi di finale, in quattro set. Cosa dobbiamo aspettarci questa volta? «Francamente non lo so – la risposta di Jannik – io e Carlos abbiamo sempre giocato grandi match, spingendoci a vicenda oltre i nostri limiti. Rispetto alla sfida di Parigi spero che vada meglio, anche perché peggio non è possibile… Sì, l’ho battuto sull’erba ma è passato del tempo, domenica sarà tutta un’altra cosa. Però sono felice di rigiocare con Carlos, la gente ama queste rivalità, anche se non è possibile fare paragoni con l’epoca dei Fab Four. Lo confesso, ogni tanto mi torna in mente la partita di Parigi, sarò ancora più concentrato. So cosa devo fare poi in partita chissà, vincerà il migliore. Sarà un grande match, questo è sicuro». E il gomito, anche oggi protetto da un manicotto? «Prima di giocare con Shelton ero preoccupato, oggi non ho avuto problemi. Stiamo controllando bene la situazione, nessuna scusa per domenica». Ma che titolo vorresti leggere domani per celebrare la finale di Wimbledon? «Non mi interessa – la brusca reazione di Jannik – non leggo i giornali». Peggio per lui.

