Le parole dei due protagonisti dell’ultimo ottavo di finale dominato da Jannik

Foto di Ray Giubilo

NEW YORK – Terrificante. C‘è un altro aggettivo per descrivere meglio la prova di Jannik Sinner contro il povero Bublik, annichilito in appena 81 minuti? Il 25° successo consecutivo sul cemento negli Slam, come fece McEnroe tra il 1979 e l’82, a -1 da quanto riuscito a Lendl e Djokovic (leader incontrastato di questa classifica è Federer, con 40 partite vinte di fila) è il frutto di una prova straordinaria del numero 1 del mondo, per l’ottava volta consecutiva arrivato ai quarti di finale di uno Slam. «Sei bravissimo, pazzesco, ma io non sono così scarso…», gli ha detto a fine gara Bublik, che già quattro anni fa, dopo averci perso a Miami, sussurrò a Jannik quell’ormai celebre “non sei umano!”. E che qualche minuto dopo ha postato su Instagram l’immagine di Sinner con la scritta “AI”, intelligenza artificiale.

Ma torniamo al nostro campione, impressionante per l’aggressività con cui ha interpretato tutta la partita: «Oggi ho giocato un ottimo tennis e sono riuscito a brekkare subito, cosa che mi ha dato fiducia – ha detto Sinner in conferenza stampa – abbiamo preparato la partita molto bene, cambiando qualcosa tatticamente. Bublik è molto imprevedibile, trova soluzioni diverse e ha molto talento, io ho cercato di muoverlo il più possibile, di portare la partita anche sul piano fisico. Lui mi ha regalato qualche punto, io ho cercato di essere il più costante possibile, credo che questa sia stata la chiave. Poi, avergli preso il servizio all’inizio di ogni set mi ha dato molta serenità e mi ha permesso di giocare al meglio. Se si guarda il punteggio sembra una vittoria facile, ma non lo è: le cose possono cambiare, ad esempio nel terzo set se mi fa il break non si sa cosa può succedere (il punteggio era 6-1 6-1 4-1, questa ci sembra un po’ grossa, Jannik… nda). Sono però molto contento dell’approccio con cui ho affrontato l’incontro: tutti segnali positivi». Per Jannik è stata la prima partita giocata nella sezione serale dell’enorme “Arthur Ashe”, «uno stadio molto rumoroso – ha commentato il nostro – ma c’è tantissima energia e si sente tutta».

Domani lo aspetta la sfida con Lorenzo Musetti, il primo derby azzurro nei quarti di uno Slam in singolare maschile. Jannik è in vantaggio per 2-0 nei confronti diretti, senza contare la celebre sfida delle prequalificazioni degli Internazionali del 2019, che svelò al pubblico romano le qualità dei due campioncini. Entrambi si annunciano in gran forma, visto che negli ottavi Sinner ha perso tre game e Musetti quattro… «Sarà bellissimo per gli appassionati italiani – le parole di Jannik, ancora imbattuto negli incontri con i connazionali nel circuito maggiore – è un momento straordinario del nostro tennis, ci sono tanti grandi giocatori, e avremo qui un italiano sicuramente in semifinale. Lorenzo è un giocatore dal grande talento. Ha avuto qualche difficoltà durante la stagione, ma ora si trova in una forma strepitosa. Ha detto che la pressione sarà tutta su di me? Ha ragione, ma la pressione c’è sempre e i match tra italiani sono per forza di cose un po’ diversi. Preparerò la sfida come al solito, mi farò trovare pronto». A proposito di Musetti, Lorenzo ha dichiarato la sua passione per New York, dove gli piace passeggiare senza essere riconosciuto. E Jannik come la pensa sulla città? «E’ tanto diversa dal mio mondo, sembra davvero di stare in un film. Però, dico la verità: negli Slam le città le vivo poco, esco raramente dall’albergo, seguo la mia routine: dormire, giocare, il solito ristorante italiano, riposarsi…». Finché vince così tanto, difficile dargli torto.