Il numero 2 del mondo ha avuto un esordio molto brillante in Arabia Saudita e si appresta ad affrontare nuovamente il 24 volte campione Slam

Foto di Felice Calabrò

Jannik Sinner è seriamente intenzionato a vincere anche l’edizione 2025 del ‘Six Kings Slam‘, dopo aver già portato a casa il faraonico montepremi che questo torneo-esibizione mette in palio l’anno scorso. Il numero 2 del mondo – che a differenza di Carlos Alcaraz e Novak Djokovic deve giocare un turno in più (avendo un numero di titoli Slam inferiore rispetto allo spagnolo e al serbo) – ha fatto il suo esordio a Riyadh (Arabia Saudita) ieri travolgendo una versione molto spenta di Stefanos Tsitsipas. Il fuoriclasse azzurro è sembrato perfettamente a suo agio in queste condizioni ed è atteso da una sfida molto suggestiva in semifinale contro Nole, già battuto proprio qui nel 2024.

“Dopo la vittoria dello scorso anno, sono veramente contento di essere tornato a giocare davanti a questo meraviglioso pubblico” – ha detto Jannik ai microfoni di Netflix. “Io e Stefanos ci conosciamo molto bene essendoci affrontati diverse volte e sapevo che non sarebbe stata una partita facile, ma fortunatamente sono entrato in campo con il giusto piglio e ho portato a casa un successo prezioso” – ha aggiunto l’ex numero 1 del mondo, che si è definitivamente messo alle spalle i crampi che lo avevano costretto al ritiro a Shanghai. L’italiano si è espresso anche sulla velocità del campo: “Si tratta di condizioni indoor un po’ particolari. La palla rimbalza tanto e la superficie è abbastanza rapida, ma tende ad essere più lenta con il passare dei minuti. Sono sicuramente condizioni diverse rispetto al solito e bisogna gestirle con attenzione.”

Sinner è già pronto per la sfida contro Djokovic: “Sarà un incontro duro come tutti i match con Nole. Cercheremo entrambi di giocare il nostro miglior tennis e di far divertire la gente. Dovrò essere bravo a gestire con lucidità i momenti complicati che mi capiteranno.” Non poteva mancare un commento sull’elettrizzante rivalità fra lui e Alcaraz: “La nostra rivalità è un bene per questo sport. Diamo il massimo ogni volta che giochiamo l’uno contro l’altro e abbiamo un ottimo rapporto anche fuori dal campo. Lo sport ha bisogno di questo genere di rivalità sia per il pubblico che per noi stessi, spingendoci verso un livello ancora più alto.”