Il successo di Jannik Sinner e Iga Swiatek a Wimbledon ha un minimo comun denominatore: entrambi hanno vissuto mesi difficili, a causa della sospensione che entrambi hanno dovuto scontare

Jannik Sinner in ginocchio al centro del campo, il giorno prima Iga Swiatek sdraiata sulla linea di fondo. Immagini che parlano, e che in maniera chiara ed inequivocabile raccontano tutto quel che il successo a Wimbledon rappresenta. Le storie del vincitore del singolare maschile e femminile dei Championships non sono mai state così simile: il primo ha dovuto scontare una sospensione di tre mesi a seguito del caso Clostebol e del ricorso da parte della WADA, la seconda ha scontato un solo mese per aver assunto involontariamente la trimetazidina a causa di una contaminazione di un farmaco contenente melatonina (e quindi regolare). In entrambi i giudizi sono stati severi da parte di molti, e in alcuni casi anche riferendo informazioni non conformi alla realtà, e per questo il successo a Wimbledon per entrambi vale doppio.
In una recente intervista alla BBC, sia a Sinner che a Swiatek è stato chiesto se il trionfo ai Championships potesse avere un sapore differente, proprio alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi. “Beh, io e Iga ne abbiamo parlato – racconta Jannik – e in un certo senso abbiamo festeggiato ancora di più, perché è stato un periodo molto difficile per lei e anche per me. Solo io, la mia squadra e le persone a me vicine sappiamo esattamente com’è andata e credo che questo valga anche per l’entourage di Iga. Ci saranno sempre persone che credono in te e altre no, ma questo vale per ogni cosa. Quindi sì, in un certo senso questo successo è molto speciale, perché gli ultimi quattro o cinque mesi sono stati molto, molto stressanti”. Swiatek riprende le parole dell’altoatesino, sottolineando la volontà di lasciarsi definitivamente il passato alle spalle. “Gli ultimi mesi, il modo in cui i media mi hanno a volte descritta, il modo in cui hanno trattato me e il mio team, non sono stati proprio piacevoli. Spero che mi lascino in pace e mi lascino fare il mio lavoro“.