Il numero uno al mondo tira un sospiro di sollievo dopo il successo nei quarti di finale contro Ben Shleton a Wimbledon

Foto Ray Giubilo

LONDRA – Due anni dopo è ancora Sinner-Djokovic in semifinale a Wimbledon. Nel 2023 vinse Nole per 6-3 6-4 7-6 ma siamo pronti a scommettere che il risultato di venerdì, almeno nelle dimensioni del punteggio, non sarà uguale. «Sicuramente sarà una partita molto diversa – concorda Jannik – due anni dopo ho molta più fiducia, ho tanto lavoro alle spalle. Vedremo, io sono sempre alla ricerca di capire quali sono i miei confini come giocatore, per ora penso di essere migliorato sull’erba». La prestazione contro Shelton (33 colpi vincenti contro 17 errori gratuiti, 7 ace, due palle break annullate su due, il 69% di prime palle in campo, con appena due punti persi nel primo set sul proprio servizio) testimoniano di un netto cambio di passo rispetto alla sfida interrotta contro Dimitrov, al netto dei problemi al gomito. «Beh, Grigor giocava benissimo – il parere del nostro campione – io invece colpivo a velocità troppo basse, soprattutto sul dritto tiravo piano. Oggi invece è andato tutto per il meglio, mi sono sentito bene in campo, con il giusto atteggiamento, ho risposto molto bene e il servizio ha funzionato alla grande. Ho cercato la precisione più che la forza e i risultati mi hanno dato ragione. E’ stata una prestazione molto solida, sono contento».

E il caso gomito? Dopo la surreale giornata di ieri (nessun comunicato sulle condizioni fisiche di Sinner, campi di allenamento prenotati poi cancellati infine spostati a sorpresa, per chiudere le parole di Cahill alla Espn che tranquillizzavano tutti) Jannik si è presentato in campo indossando un manicotto al braccio destro, con un taping sotto, per proteggere la parte dolorante. «Troppi misteri intorno a me? Io faccio il mio, non faccio il giornalista – la candida e e un po’ sfacciata ammissione di Sinner – mi sono allenato indoor e non sull’erba per non avere troppe attenzioni attorno a me, per non essere distratto. Vagnozzi e Cahill non volevano nemmeno che prendessi in mano la racchetta, ma io non ho resistito, ho palleggiato con loro per 20/30 minuti senza servire, poi nell’allenamento di questa mattina (con il giovane Vasamì, mancino come Shelton, nda) ho avuto buone sensazioni. Comunque non è mai stata in dubbio la mia presenza in campo, ma solo in che condizioni mi presentassi. In campo? Quando c’è tanta tensione cerchi di non pensare ai problemi fisici, solo dopo una botta di servizio di Ben ho avvertito un po’ di dolore, per il resto la situazione è molto migliorata da un giorno all’altro. Non voglio scuse, sono riuscito a giocare il mio miglior tennis. Per venerdì vedremo, non so se ancora se indossare la protezione o no. Domani dovrò far riposare il gomito, però in qualche modo lavorerò. Io non posso stare fermo». Jannik sente odore di prima finale a Wimbledon, Nole è avvertito.