Il Tennis Italiano

28 APRILE-MAGGIO 2023 RICOMINCIAMO DA SEI Ripercorriamo storia e risultati degli azzurri nel torneo nato nel 1930 a Milano e che è stato vinto per sei volte da atleti di casa, l’ultima nel 1976 con Adriano Panatta di Luca Marianantoni - foto archivio IlTennis Italiano INTERNAZIONALI D’ITALIA ITALIA DI IERI La storia degli Internazionali d’Italia è fatta di numeri e record che hanno reso il torneo del Foro Italico uno degli avvenimenti più amati e seguiti del calendario mondiale. Nello scorrere l’albo d’oro e i tabelloni di tutte le edizioni - quella di quest’anno è la numero 80 - troviamo tutta l’eccellenza del tennis italiano. I numeri magici degli azzurri sono 6, 10, 13 e 14. Sei come le vittorie, dieci le finali perdute, tredici i piazzamenti in semifinali e quattordici il totale dei giocatori in semifinale in oltre 90 anni di storia. A PALMIERI IL 1° DERBY Il primo italiano a conquistare il torneo, nato nel 1930 al Tennis Club Milano per volere del conte Alberto Bonacossa, è Emanuele Sertorio, giocatore d’attacco, dotato di tocco e di un servizio prorompente che nella finale del 1933 batte il francese André Martin-Legeay. Il bis è dell’anno dopo quando Giovannino Palmieri, eccellente maestro di tennis prestato all’agonismo, piccolo di statura e instancabile maratoneta, trionfa nella prima finale tutta italiana sul favorito Giorgio De Stefani, finalista al Roland Garros nel 1932. Per il terzo successo azzurro bisogna aspettare il derby del 1955 vinto da Fausto Gardini - detto il “vampiro” per l’aspetto fisico e per la caratteristica di succhiare sangue agli avversari - su Beppe Merlo, il quale stremato dai crampi, si ritira sul 6 pari del quarto set dopo aver mancato due matchpoint. Passano due anni e la gloria abbraccia Nicola Pietrangeli, unico azzurro a trionfare due volte: Nicola, il più vincente tennista italiano di tutti i tempi, trionfa al Foro Italico nel 1957 su Beppe Merlo (8-6 6-2 6-4) e a Torino nel 1961 (per il centenario dell’Unità d’Italia) su Rod Laver. L’ultimo campione azzurro è Adriano Panatta con la sua leggendaria cavalcata del 1976 iniziata con gli 11 match point annullati a Kim Warwick (10 sul servizio dell’australiano) e terminata con la vittoria in quattro set sull’argentino Guilllermo Vilas, il quale spreca tre set point consecutivi per trascinare la sfida al quinto. PANATTA POWER I piazzamenti in finale sono dieci: il primo è di Uberto De Morpurgo (barone, nato a Trieste e primo tennista italiano di caratura internazionale) che perde la finale dell’edizione inaugurale contro l’immortale Bill Tilden (6-1 6-1 6-2 il punteggio). Dopo De Stefani nel 1934 tocca a Giovannino Palmieri, il

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