
“La Coppa Davis – ha detto nella conferenza stampa tenuta dalla RFET per la sua presentazione – è la competizione in cui si sente la maggiore pressione, perché non si gioca per sé stessi ma per il proprio paese. Il ruolo del capitano è fondamentale, perché si può discutere con i giocatori e magari anche riuscire a cambiare l’esito di un incontro. Da giocatore non avevo mai pensato a questa opzione, ma dopo il ritiro uno valuta tutte le opportunità che gli piacerebbe cogliere. Questa è senza dubbio una di quelle”. Bruguera avrà la fortuna di ripartire subito dal World Group, riconquistato dalla Spagna nel 2016 dopo due stagioni nel Gruppo 1. Inutile dire che il suo successo come capitano passerà dalla capacità di saper coinvolgere Rafael Nadal, assente nel 2017. “Ho già parlato con Rafael e con il resto dei giocatori – ha detto – e sono tutti molto motivati. Ho trovato tanta voglia di far parte del team che sfiderà la Gran Bretagna, e la loro voglia di vincere mi dà grande energie. Abbiamo ottimi giocatori: Rafa è tornato numero uno, Carreno-Busta è entrato fra i primi 10 e Bautista Agut è in lotta per le ATP Finals. Penso che ci siano i mezzi per provare a vincere di nuovo la Davis”. Fra i “papabili” anche Albert Ramos, numero 4 di Spagna e 25 del mondo. Sarebbe il 30enne nativo di Matarò (Barcellona) la stella di una ipotetica nazionale catalana, che potrebbe contare anche su un buon singolarista come Marcel Granollers e su un doppio capace di due finali Slam e un titolo ATP Finals, composto dallo stesso Granollers e dallo specialista Marc Lopez. Difficilmente varrebbero il World Group, ma nel Gruppo 1 attuale ci starebbero senza problemi.

Visto che Conchita Martinez era anche capitana del team femminile, la sua “cacciata” ha liberato il posto sulla panchina di Fed Cup, finito nelle mani di Anabel Medina Garrigues. Una notizia che ci riguarda da vicino, visto che la sua prima uscita alla guida di Muguruza e compagne sarà a febbraio in Italia, dopo che proprio contro l’Italia (nel 2016 a Lleida) la 35enne valenciana ha giocato per l’ultima volta in nazionale. Dopo una buona carriera in singolare, con 11 titoli e il best ranking al n.16 WTA, la Medina Garrigues si è dedicata con profitto al doppio, e poi quasi da un giorno all’altro si è trovata sulla panchina di Jelena Ostapenko. Avevano iniziato una collaborazione una tantum, poi la lettone ha vinto il Roland Garros e la spagnola è diventata la sua allenatrice full-time, capace di accompagnarla fino alla qualificazione alle WTA Finals di Singapore. Eppure, a sentire le sue parole nella conferenza stampa, pare che la collaborazione sia terminata con la trasferta asiatica appena conclusa. “Quando mi hanno contattata per offrirmi il ruolo – ha detto – è stato molto difficile, perché stavo lavorando con Jelena Ostapenko, ma essere capitana della nazionale è davvero il massimo. Mi piacerebbe essere una capitana con carattere, che proverà a coinvolgere tutte le giocatrici per portare la Spagna al miglior risultato possibile”. In attesa di capirne di più sulla collaborazione con la Ostapenko, la spagnola ha aggiunto un altro motivo d’interesse al suo capitanato, visto che la sua carriera da giocatrice non è ancora terminata. “Avevo tutto programmato, sapevo quando mi sarei ritirata, ma un infortunio ha cambiato le carte in tavola. Quindi, visto che i primi due turni di Fed Cup saranno a febbraio e aprile, al termine di quelli mi piacerebbe giocare ancora qualche torneo. Per ritirarmi sul campo”.
