US OPEN, DAY 14 – La Williams parte favorita nella finale femminile. Ha perso l’ultimo precedente contro la Azarenka, ma le è superiore. Serena va a caccia del 17esimo Slam.
Victoria Azarenka chiede aiuto al cielo: basterà per battere Serena Williams
Di Riccardo Bisti – 8 settembre 2013
Come spesso accade, in queste due settimane c'è stato qualche pronostico sfortunato. Per questo dobbiamo riconoscere che abbiamo avuto un pizzico di buona sorte nell'azzeccare la semifinale Djokovic-Wawrinka, perchè lo svizzero ha giocato meglio e avrebbe meritato di vincere, almeno sul piano tennistico. Le nostre previsioni sull'inesperienza di Stan si sono materializzate solo nel quinto set. Al contrario, era più semplice ipotizzare l'andamento di Nadal-Gasquet. Si chiude il torneo femminile. Non crediamo che sarà una battaglia all’ultimo sangue come l’anno scorso. Serena Williams non ha nessuna intenzione di perdere la terza finale stagionale contro la Azarenka. Tra le due, la bielorussa ha mostrato più crepe nel corso del torneo. Serena le metterà a nudo e intascherà il quinto Us Open al termine di una partita più complicata rispetto alle altre, ma non tanto da spaventarla.
SERENA WILLIAMS – AZARENKA
E’ la finale più giusta e più attesa. Si affrontano le più forti, capaci di creare un solco impressionante sul resto del gruppo. Serena è la più brava di tutte, Victoria possiede il miglior bilancio stagionale sul cemento e sogna di diventare la prima giocatrice a vincere Australian Open e Us Open nello stesso anno dai tempi di Martina Hingis (impresa riuscita nel 1997). I precedenti dicono 13-3 per Serena, ma nel 2013 è cambiato qualcosa. Tra le due non c’è mai stata storia, anche perché la vittoria della bielorussa a Miami 2009 maturò in circostanze particolari. Da allora, la Williams ha vinto 10 volte di fila. Ma la Azarenka ha avuto il merito di non crollare psicologicamente, anzi, era felice di affrontarla. Dando un’occhiata ai risultati, si evince come il cemento sia la superficie più equilibrata. Sull’erba e (soprattutto) sulla terra, Serena domina. Sul duro ha rischiato di perdere già all’Australian Open 2010 e nella famosa finale dell’anno scorso. Poi, quest’anno, la Azarenka è tornata a respirare. Si è imposta a Doha e tre settimane fa a Cincinnati. A queste partite bisogna togliere un po’ di tara. In Qatar, la Williams reduce dai problemi fisici che l’avevano sconfitta in Australia e obbligata a saltare la Fed Cup in Italia. Cincinnati, invece, è stato un torneo particolare con una finale molto strana. Serena non si è mai imposta in Ohio e ha giocato male per tutta la settimana, tanto da cedere un set alla Bouchard e dire: “Ho commesso degli errori che di solito non faccio neanche quando gioco bendata”. Anche in finale non ha entusiasmato. Nella lotta, tuttavia, teneva da matti a vincere. Ma nella lotta si è imposta una coraggiosa Azarenka, che dopo il successo sulla Pennetta ha dispensato elogi all’avversaria (“Serena è la più forte di sempre”) ma ha cercato di alimentare il “mito” della rivalità: “Ci conosciamo bene e ognuna spinge l’altra a dare il massimo. Spesso andiamo oltre i nostri standard, fino a toccare i nostri limiti”. L’impressione è che i limiti di Serena siano un paio di isolati più in là rispetto a quelli di Victoria.
Sul piano tecnico, non dobbiamo aspettarci niente di nuovo. La Azarenka sta cercando di ampliare il bagaglio tecnico, ma difficilmente cercherà strade alternative per vincere. Si prenderanno a botte dalla prima all’ultima palla, nel match più “pugilistico” del tennis femminile. Ed è meglio per Vika, perché contro la Pennetta ha tirato alcuni colpi imbarazzanti. Su tutti, un pallonetto che aveva intenzione di essere una smorzata. Vika dovrà allargare il campo, cercando angoli sempre più acuti e costringere Serena a correre. Per questo dovrà tenere un’alta percentuale di prime palle per evitare di essere aggredita sin dalla risposta. Se c’è una tennista in grado di farlo, è proprio la Azarenka. Tuttavia, l’esito di questa finale dipenderà soprattutto dalla Williams. Se gioca come ha fatto nei turni precedenti, non ce n’è per nessuna. Si possono dire tante cose su Patrick Mouratoglu. Lo si può ritenere un grande coach oppure uno che sa “vendersi” benissimo, ma non c’è dubbio che Serena sia un’altra giocatrice da quando si allena con lui. E’ attenta, concentrata, ha fatto finalmente un lavoro atletico di livello e ha anche migliorato l’attrezzatura. In altre parole, ha lavorato su dettagli prima trascurati. Da quando si allena con Mouratoglu, ha giocato 102 partite e ne ha vinte 97. Se è vero che due delle cinque sconfitte sono arrivate contro la Azarenka, ci sono state anche sei vittorie. Tattica? Le dovrebbe essere sufficiente fare braccio di ferro fino all’esaurimento della Azarenka. Ma può fare ancora meglio, cercando più angoli e qualche discesa a rete in più, magari scaricando la rabbia con qualche smash liberatorio. Il pronostico è tutto per lei: la Azarenka farà più giochi delle avversarie che l’hanno preceduta, ma si arrenderà in due set. Ipotizziamo un punteggio sul 7-5 6-4 o 6-4 6-3. Qualcosa del genere. Serena raggiungerà Federer e si avvicinerà ulteriormente ad Evert e Navratilova, pure loro destinate ad essere sorpassate. Prima o poi, la Azarenka vincerà uno Slam diverso dall’Australian Open. Ma non questa volta.
Serena Williams in due set.
PRONOSTICI TOTALI: 123
PRONOSTICI GIUSTI: 94
PRONOSTICI SBAGLIATI: 29
PRONOSTICI CON IL NUMERO ESATTO DI SET: 57
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