L’altoatesino batte Nalbandian 2-6 6-2 7-5 e raggiunge la terza finale ATP in carriera. Gran carattere nel terzo set, dove ha rimontato da 1-4. Adesso troverà Benoit Paire.
Andreas Seppi giocherà la terza finale ATP dopo Gstaad 2007 e Eastbourne 2011

Di Riccardo Bisti – 6 maggio 2012

 
Andrea Scanzi non ama il suo gioco. Lo ha ironicamente soprannominato il “McEnroe di Caldaro” e proposto Aldo Forbice come telecronista delle sue partite, ma in fondo (vabbè, in fondo) gli vuole bene. Fu uno dei primi a complimentarsi per il suo successo a Eastbourne, mostrando un’apprezzabile autoironia. Adesso il brillante giornalista del “Fatto Quotidiano” (e collaboratore del nostro TennisBest Magazine) rischia di dover fare per la seconda volta i complimenti ad Andreas Seppi, brillante finalista al torneo ATP di Belgrado (366.950€, terra). Vabbè: tabellone a 28 giocatori, e prima testa di serie che risponde al nome di Pablo Andujar, numero 38 ATP, non esattamente un fenomeno. Qualche denigratore potrebbe definirlo un torneo di briscola, ma le partite bisogna vincerle. Seppi ha battuto Dodig e Muller e ha compiuto una bella impresa contro David Nalbandian, con cui aveva perso entrambi i precedenti. Non bisogna farsi ingannare dalla classifica. Questo Nalbandian vale molto di più della 49esima posizione ed è a caccia di punti preziosi per assicurarsi la qualificazione olimpica. Andreas lo ha battuto 2-6 6-2 7-5 e si è assicurato un posto in finale, dove partirà favorito contro il francese Benoit Paire, pallino nostro e (soprattutto) di Marco Imarisio, grande penna del Corriere della Sera. Secondo Imarisio, a Paire interessa soltanto giocare bene. Il resto non conta. Noi lo abbiamo visto la prima volta al challenger di Alessandria nel 2008, quando aveva 19 anni. La facilità dei suoi gesti ci fece pensare di aver di fronte il nuovo Novak Djokovic. Errore clamoroso, ma ogni sua vittoria è una piccola rivincita. Nella prima semifinale di Belgrado, Paire ha sorpreso Andujar con il punteggio di 6-3 1-6 6-3.
 
Il francese affronterà un Seppi che ha vinto un match contro pronostico, soprattutto dopo che Nalbandian aveva dato spettacolo nel primo set. Sotto 6-2 1-0, ha cancellato una palla break che sarebbe stata probabilmente decisiva. Ha tenuto il servizio, e dall’1-2 ha conquistato cinque giochi di fila allungando la pugna al terzo set. Nalbandian saliva 4-1, ma un break al settimo gioco consentiva all’altoatesino di tornare in partita. Il break decisivo arrivava sul 5-5, e Seppi era glaciale nell’ultimo game di servizio, tenuto a 15. Una vittoria bella e sorprendente, maturata nonostante qualche incertezza nel penultimo game, dove ha affossato un paio di risposte di rovescio su altrettante palle break prima di scrollarsi di dosso un Nalbandian oggettivamente un po’ scarico. Ma è una vittoria di prestigio, che fa morale e classifica. Con questa finale, Seppi è sicuro di tornare tra i primi 40. In caso di vittoria si porterebbe a ridosso dei top 30, con la prospettiva di essere testa di serie sia a Parigi che a Wimbledon (dove il seeding sarà stabilito prima che scadano i punti di Eastbourne), con tutti i benefici che ne conseguono. Questo Seppi vale tranquillamente i primi 30: non solo per il tennis (poco appariscente ma efficace), ma anche per il suo modo di stare in campo, la sua compostezza, la sua educazione. Doti che lo fanno apprezzare al di là di un dritto sbagliato. Seppi cercherà di conquistare il secondo titolo ATP in carriera a partire dalle 16, ma nessuna TV italiana trasmetterà l’evento. Belgrado fa parte dei tornei in mano ad MP&Silva, che l’anno scorso li aveva ceduti in blocco a Sportitalia. Quest’anno i medesimi diritti sono rimasti invenduti. Gli appassionati dovranno fare ricorso allo streaming (o ai canali arabi). Tra Seppi e Paire non ci sono precedenti.