La bielorussa dopo il match è piuttosto contrariata: “Lei ha giocato meglio, i primi attimi dopo la sconfitta sono i peggiori”

Foto di Ray Giubilo

LONDRA – Ha esordito dicendo: “Non aspettatevi un replay della conferenza stampa del Roland Garros!”, quando aveva dichiarato che la sconfitta in finale contro Coco Gauff era tutto demerito suo e non merito dell’avversaria, salvo poi doversi scusare pubblicamente. E se n’è andata facendo una linguaccia (scherzosa) ai giornalisti. Tutto il tempo con gli occhi pieni di lacrime.

Gli incontri con Aryna Sabalenka non sono mai noiosi. La sconfitta con Amanda Anisimova nella semifinale di Wimbledon fa male, perché stavolta la bielorussa, che sui campi dell’All England Club non è mai andata appunto oltre la semifinale e ha perso nei suoi ultimi tre Slam, dopo essere diventata numero 1 del mondo alla fine dell’anno scorso, era probabilmente convinta di arrivare fino in fondo. Richiesta del consueto commento di apertura alla partita ha detto solo: “Lei è stata la giocatrice migliore”. Punto. Silenzio.

Perdere fa schifo. E’ la fine delle tue speranze. E i primi momenti sono i peggiori”, aggiunge quando sollecitata. Difficile del resto fare un’analisi tecnica di un match di continui alti e bassi e di una montagna di errori, da una parte e dall’altra. “Ho risposto molto peggio che nei turni precedenti – dice Sabalenka – e nonostante questo sono riuscita a recuperare e ad avere le mie chance. Lei è stata più coraggiosa, ha giocato in modo più aggressivo. Io a volte ho trattenuto il braccio, sono stata sulla difensiva. Dovrei ricordarmi che sono la numero 1 del ranking, avere più fiducia in me stessa”.

In realtà la Anisimova è una giocatrice che le crea più di un problema: i confronti diretti sono 6-3 per l’americana, compreso quello di oggi. “Sono state tutte partite molto tirate”, sembra quasi giustificarsi Aryna. Fra le due non dev’esserci un grande feeling. Su un punto conquistato dalla Anisimova, questa ha cominciato a festeggiare ancor prima che Sabalenka fosse battuta dalla palla. In altro caso, l’americana numero 12 del mondo ha celebrato un punto ottenuto grazie al nastro, senza chiedere scusa alla rivale come prevede l’etichetta del tennis. “Dovete chiedere a lei”, commenta fredda Sabalenka.

Quasi a volersi consolare, la bielorussa ricorda che la stagione finora non è andata così male, se ha già accumulato i punti necessari per qualificarsi per le Finals di fine stagione a Riad. “Non è mai successo – dice – siamo solo a metà anno. Ci sono state le tre sconfitte molto dure negli Slam, ma in genere sono stata piuttosto costante”. L’impressione è che scambierebbe volentieri tutti quei punti con almeno uno di quegli Slam che le sono sfuggiti.

Linguaccia. Sipario su Aryna Sabalenka a Wimbledon.