dal nostro inviato a Roma Gabriele Riva – foto Ettore Ferreri Nel secondo la musica è cambiata, un po’ perché il buon Stanislao ha accorciato di qualche centimetro la profondità dei colpi, un po’ perché Nole ha cominciato a macinare e a ricamare qualche volée degna di nota. “E’ vero il gioco a rete mi ha dato una grossa mano – ha detto il serbo – in special modo nel secondo e nel terzo set quando in qualche situazione delicata sono uscito alla grande proprio attaccando”. E in effetti qualche bel ricamo mostrato nel primo set (strettini col diritto, drop-shot col rovescio) si è dimostrato pressoché inutile di fronte allo svizzero. In avvio di secondo set subito due palle break, subito strappo, subito inversione di tendenza. Permanente. “Sono contento di aver vinto – ha proseguito davanti ai giornalisti – perché adesso so che posso vincere anche sul rosso, superficie su cui il mio gioco continua a migliorare”. A casa degli sconfitti invece un pizzico di delusione c’è; “Mi spiace – ha detto Wawrinka – perché so che avrei potuto fare molto di più, anche se Novak ha trovato sempre il tempo giusto sullo scambio e quindi si merita la vittoria”. Vittoria arrivata nel terzo set, che ancor prima di cominciare, sembrava segnato. Qualcuno paventava addirittura l’ipotesi “seizero” che però per fortuna è rimasta tale. L’edizione che ha visto segnare il record di affluenza al Foro già giovedì, che ha inaugurato e già salutato un centrale di passaggio (nel 2009 dovrebbe già essere pronto quello nuovo e modernissimo), che ha dato il benservito molto presto ai primi due giocatori del mondo, va dunque in archivio sotto la voce consacrazioni: quella di un campione che sta pure maturando e lasciando da parte la scorza di ragazzino. Volete una prova? Eccola, durante la premiazione, cui hanno partecipato anche Manolo Santana e Gabriela Sabatini, è stato invitato a esibirsi in una delle sue ormai storiche imitazioni, lui ha sorriso, ha fatto un cenno col capo e ha passato la mano. “So che alcuni ci restano male – avrebbe confessato poi, a freddo – non voglio che succeda. Io non lo faccio per prendere in giro nessuno, voglio solo portare un po’ di energia positiva ma capisco che qualcuno possa offendersi. E quindi non ne faccio più”. Imitazioni o non imitazioni, Nole resta un personaggio, uno che quando vince lo fa in modo mai banale, uno capace, una volta stretta la mano all’avversario, di raccogliere un pizzico di terra e cospargersela sulla maglietta, come un rito, come un’autoconsacrazione per l’appunto. Non è mania di protagonismo, è convinzione. Sta maturando, il ragazzo sta maturando… | ||
Roma 2008 – Finale non a sorpresa: Djokovic conquista Roma
dal nostro inviato a Roma Gabriele Riva
– foto Ettore FerreriLa
cronaca nuda e cruda e il quattrosei-seitre-seitre non bastano a raccontare
una finale che è andata a finire un po’ come tutti, da un lato, si
aspettavano
e dall’altro si auguravano