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Lorenzo Cazzaniga
08 December 2018

Reto Schmidli e quel doppio 6-0 a Roger Federer

Quando Federer aveva solo 10 anni partecipò a un torneo di adulti e perse senza conquistare un game. Glielo inflisse Reto Schmidli, che sperava di diventare un professionista del tennis e adesso fa il poliziotto
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Soltanto quattro giocatori possono raccontare di aver rifilato un 6-0 a Roger Federer. I primi tre ovetti risalgono al 1999, quando l'impresa riuscì a Vince Spadea, Pat Rafter e Byron Black. Meno sorprendente quello rifilatogli da Rafael Nadal nella finale del Roland Garros 2008. Ma c'è chi ha fatto ancora meglio. Scavando fino all'agosto 1991, si trova addirittura un doppio ovetto. Già, anche Federer ha provato a perdere 6-0 6-0: aveva 10 anni e avrebbe dovuto giocare un torneo per i ragazzi della sua età, ma visto che la concorrenza era innocua, lo inserirono nel tabellone degli adulti, dove si è trovato di fronte Reto Schmidli, tre anni più grande di lui. All’epoca, Reto sperava di diventare un professionista, oggi fa il poliziotto. L'incontro si è giocato al Grüssenhölzli Tennis Center di Pratteln, comune di 15.000 abitanti a due passi da Basilea, non distante dal confine con la Germania. Federer si presentò accompagnato da mamma Lynette, mentre Schmidli era con il padre. Forte della differenza d'età, vinse senza lasciare un game al suo avversario. In una vecchia intervista aveva detto che non c'erano particolari segnali per pensare che Federer sarebbe diventato un campione. Poi ha cambiato un po’ la sua versione: «Aveva già idea di cosa fare sul campo da tennis, ma non ancora i mezzi per riuscirci. Sbagliava troppo, per questo vinsi così facilmente. Ma la sua filosofia di gioco era già chiara».

Dopo quel doppio 6-0, le strade di Schmidli e Federer si sono separate: «Lui è stato convocato al centro tecnico, mentre io ho proseguito nella mia crescita, ma a un ritmo inferiore. Allora ho abbandonato il mio TC Arlesheim per spostarmi proprio nel club di Roger, l'Old Boys di Basilea». Non ha funzionato neanche lì, così si è spostato in Australia per allenarsi nel club di Pat Rafter. Ha cercato fortuna in qualche circuito Satellite, ma non è riuscito a sfondare. «Avevo un buon servizio e un discreto rovescio, ma non le qualità per diventare un grande giocatore. Ci sarebbe voluto un certo ardore e io non l'avevo». Schmidli è stato al massimo numero 44 di Svizzera e non è mai stato ossessionato dal tennis. Grande fan di Peter Falk e del suo Tenente Colombo, ha tentato il concorso in polizia e gli è andata meglio.

Oggi ha 40 anni e continua a giocare a tennis, soprattutto nelle gare a squadre e nei tornei riservati agli Over 35. E' un tipo tranquillo, sa che la sua popolarità è casuale. «Il torneo di Pratteln è uno degli eventi giovanili più importanti della zona – ha detto – quella volta faceva molto caldo e vinsi facilmente grazie ai suoi errori. Era il suo primo torneo, è normale che fosse emozionato. Credo che quel giorno avrebbe perso contro chiunque. Però, in effetti, era diverso dai suoi coetanei. Tutti pensavano a tenere la palla in campo, mentre lui cercava sempre il colpo spettacolare». In poco tempo i ruoli si sarebbero invertiti, anche se Schmidli è stato travolto da un'inattesa popolarità. Ancora oggi, quando gioca un torneo, gli chiedono se è stato davvero lui quello che ha dato 6-0 6-0 a Roger Federer: «È più probabile che accada quando indosso la divisa da poliziotto, ma è successo anche con un meccanico che doveva ripararmi l’auto! ».
Le storie di Federer e Schmidli non si sono mai più incrociate, almeno sul campo da tennis. Tuttavia, negli ultimi anni si sono incontrati un paio di volte. La prima al torneo ATP di Basilea (Reto vive ancora nella periferia della città), l'altra in un normale sabato sera. Federer lo ricordava alla perfezione: «Mi ha salutato, ma non abbiamo parlato della partita. Sono felice che mi abbia riconosciuto. Di solito il successo può fare perdere la testa, mentre lui è rimasto con i piedi piantati per terra. Non è mai cambiato». Ma quella partita dell'agosto 1991, a modo suo, resterà nella storia. Prima del match, dissero a Schmidli che quel ragazzino, proveniente dall'Old Boys Tennis Club di Basilea «aveva un buon braccio, un buon tocco, ma io pensai esclusivamente a vincere la partita. Non ho pensato di fargli uno sconto, nemmeno di regalargli un game».

Da allora, Federer non ha mai più incassato due roues de bicyclette. La faccenda di Shmidli è diventata pubblica durante le ATP World Tour Finals del 2005, prima delle quattro edizioni giocate a Shanghai. Federer vinse 6-0 6-0 contro Gaston Gaudio, prima volta in carriera. Lui confermò, spiegando che invece ne aveva incassato uno quando era un ragazzino: «In realtà non penso di aver giocato male, quella volta – ha ricordato Federer -. Ho fatto la mia partita, ho perso 6-0 6-0 e ho lasciato il campo senza nemmeno essere troppo deluso». Ricordi che cozzano con quelli di Madelein Barlocher, sua prima maestra all'Old Boys. «Roger voleva giocare un torneo a tutti i costi – racconta la Barlocher – sentiva il bisogno di fare una partita, ma probabilmente era troppo presto. Alla fine era arrabbiato con se stesso, ma gli è passata in fretta». Sempre secondo la maestra, il piccolo Roger era un pessimo perdente: «Dopo ogni sconfitta si sedeva su una panchina e iniziava a piangere. A volte lo faceva anche per mezz'ora: è capitato che il suo avversario avesse già fatto doccia e spuntino mentre lui era ancora in campo a piangere».

C'è voluto qualche anno affinché quel bambino diventasse prima un ometto, poi un giocatore, infine un fuoriclasse. Schmidli non ha mai provato invidia, anzi ha gestito con intelligenza l'ondata di popolarità e quei giornalisti che, di tanto in tanto, lo cercano nella periferia di Basilea, in quel TC Arlesheim dove è tornato a giocare. D'altra parte, studia psicologia e gli tornerà utile per il suo lavoro, ma anche nella vita di tutti i giorni. L’amato in bocca è dovuto al fatto che il campo del Grüssenhölzli Tennis Center, quello dove aveva battuto Federer, è stato demolito. Al suo posto c'è un negozio di mobili. Per fortuna, i ricordi non si possono cancellare.
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