LA NOVITA' – Artengo lancia un nuovo prodotto che, applicato alla vostra racchetta, vi potrà fornire dei dati di gioco molto interessanti. Da condividere via web.
Il filmato dimostrativo del Personal Coach Artengo
dall'inviato a Villeneuve d’Ascq, Lorenzo Cazzaniga – 10 luglio 2013
Quando arrivi a Lille, un’oretta di treno dall'aeroporto Charles de Gaulle, basta accennare alla cittadina di Villeneuve d'Ascq per sentirsi rispondere: “Vai al Decathlon Campus, vero?”. Vero. Si tratta di un complesso gigantesco che comprende uffici, impianti sportivi e, ça va sans dire, un enorme punto vendita Decathlon. Mi dirigo all’entrata: alle 8.30 del mattino pullula di ragazzi allacciati al wi-fi e intenti a colazioni salutari. Eric Briet, Product Manager Racket Sport, mi raccoglie e mi accompagna ad un vicino tennis club del quale è vice-presidente. Motivo? Testare il Personal Coach di Artengo, un sensore che viene legato al cuore della racchetta e che permette di registrare numerosi parametri del vostro gioco, utili anche al maestro per capire dove bisogna lavorare maggiormente. Il tutto viene poi immagazzinato in byte in una pagina web personale alla quale bisogna registrarsi, per essere condiviso sui social network. Il sensore viene applicato con un apposito strap; pesucchia (20 grammi) ma la posizione consente di non variare il bilanciamento del telaio, fatto che causerebbe differenze molto più sostanziali. Insieme, vengo dotato di un orologio (oh, bello da portare anche lontano dai campi da tennis) che “parla” col sensore e offre in tempo reale i risultati ottenuti (servirebbe anche per tenere il punteggio e, osservando qualche match di club, talvolta sarebbe davvero opportuno).
Il sensore rileva quanti colpi ho eseguito, quanti diritti, rovesci o servizi, la precisione di impatto (e qui le rilevazioni si fanno interessanti) e, per quanto riguarda l’esecuzione del servizio, anche la velocità, un dato che incuriosisce sempre e che può fornire delle risposte importanti. Il testimonial principale è Nicolas Escudé, una garanzia, ma ho voluto testarlo di persona. La prima impressione è nettamente positiva: i dati sono precisi e offrono delle statistiche notevoli. In particolare, ho notato l’importanza di poter verificare la velocità della seconda palla di servizio, per capire se la rotazione impressa è eccessiva o meno. Ma a chi può servire questo strumento? All’appassionato curioso? Certamente. All’utente che vuole progredire con qualche dato statistico in più? Ovvio. Ai maestri? Già, questa è la categoria principale. In ogni scuola tennis che si rispetti dovrebbero circolarne diversi, perché è uno strumento che, in maniera divertente, può aiutare a far progredire un giovane allievo. In un attimo si possono organizzare gare di velocità di servizio, ma anche dimostrare che l’impatto di un dato colpo non è preciso, che la seconda palla di servizio non è efficace, che non si riesce in palleggio a spostarsi abbastanza sul diritto e a manovrare lo scambio con il proprio colpo migliore.
Considerando che il prezzo non arriva a 100 euro, è un “investimento” che il tennis club (o anche solo un maestro minimamente intraprendente) dovrebbe attuare. Con la possibilità di condividere il tutto sui social network, permettendo di rendere più forte il legame tra l’allievo e la scuola tennis. E in attesa di ulteriori sviluppi, perché questo pare solo l’inizio. I tecnici Artengo stanno lavorando sull’implementazione con altri dati, perché l’era del techno-tennis è solo al principio.
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