
Potenzialmente, gli unici due veri pericoli per Federer sono Alexander Zverev e Nick Kyrgios, ma dei due ne potrebbe affrontare solo uno (in semifinale), e resta da capire in che condizioni si presenteranno a Miami. Il tedesco non ne sta azzeccando mezza, mentre l’australiano non gioca da un mese e mezzo per un problema al gomito. Volendo dar credito a quanto visto a Indian Wells, un giocatore che può puntare a fare un grande torneo è Borna Coric. “Avrei vinto questo match contro chiunque tranne che con Federer”, ha detto – con più ragione che torto – dopo la combattuta semifinale contro lo svizzero, e di carattere non è uno che si accontenta. Non gli è capitato spesso (per non dire quasi mai) di avere nelle gambe sei incontri da smaltire, ma la testa di serie guadagnata in extremis gli garantirà un po’ di riposo e il tabellone gli sembra amico, visto che il primo top-10 sulla sua strada è Jack Sock, capace di vincere due incontri in cinque tornei. La gran parte dei giocatori pericolosi sono finiti nella parte bassa, a partire da Juan Martin Del Potro, fresco di primo titolo in un Masters 1000. Sarà stanco e pure appagato, ma per lui può diventare un bel test: se davvero vuole puntare a diventare numero uno del mondo, non può permettersi troppe pause e deve trovare la continuità giusta. L’urna non è stata troppo simpatica: al terzo turno avrebbe Nishikori, mentre agli ottavi potrebbe incontrare Novak Djokovic, anche se la versione del serbo vista a Indian Wells non pare destinata a fare troppa strada, e rischia subito con uno fra Paire e Mischa Zverev. Presenti nella parte bassa anche tanti potenziali outsider pericoli, da Cilic a Dimitrov, Goffin, Raonic, e Isner: tutta gente che non sarebbe poi così sorprendente trovare in finale.

Il torneo di Miami sarà importantissimo anche per Fabio Fognini, chiamato a difendere la semifinale dello scorso anno, che con i suoi 360 punti rappresenta il bottino più importante nella classifica del ligure, deludente a Indian Wells. Gli è andata bene al (suo) primo turno, dove troverà o la wild card spagnola Nikola Kuhn o un qualificato, un po’ meno guardando più avanti. Sulla carta, per ripetere il risultato di dodici mesi fa dovrebbe battere Kyrgios al terzo turno, Zverev agli ottavi e uno fra Sock, Querrey, Coric e Dzumhur nei quarti. Un cammino molto complesso, degno a tutti gli effetti di un Masters 1000. Non andare troppo in là non sarebbe un dramma in termini di classifica, perché anche in caso di stop immediato l’azzurro non può andare più indietro della 22esima posizione, ma ora che è tornato ad annusare il best ranking smarrire così tanti punti sarebbe un vero peccato. Per l’Italia c’è anche Thomas Fabbiano: a Indian Wells ha vinto la sua prima partita nel Tour contro Klahn, e a Miami ha chance di bis contro Nikoloz Basilashvili. Il georgiano è un buon giocatore, con più abitudine dell’azzurro a certi tornei (Thomas è all’esordio a Miami) e anche un saldo positivo nei confronti diretti, con due vittorie in tre incontri, l’ultima qualche settimana fa a Doha. Tuttavia, l’azzurro ha le armi per farcela. In gara a Miami, ma nelle qualificazioni, anche Matteo Berrettini, fresco di ingresso nei primi 100 del mondo. A 24 ore dalla finale persa a Irving il laziale sarà in campo a Crandon Park, contro l’ex star juniores Filip Peliwo. In caso di vittoria si giocherà l’accesso al main draw contro uno fra Laaksonen e Broady.
