Statistiche web
Federico Mariani
06 February 2019

PARLA IL CAPO DEGLI ARBITRI: «NESSUNA SUDDITANZA NEI CONFRONTI DEI TOP PLAYERS»

Gasyle Bradshaw, 69 anni, ATP Executive Vice President ma soprattutto il responsabile del settore regolamenti. In sostanza il capo dei giudici di sedia. Pur in un ambiente molto riservato come quello degli arbitri, ha accettato di farsi intervistare e ha spiegato l'evoluzione che avranno certe regole, dallo shot clock al coaching, dal toilet-break alla richiesta degli asciugamani...
Il mondo arbitrale non è facilmente avvicinabile, tutt'altro. Per questo hanno particolare peso le dichiarazioni che ha rilasciato Gayle Bradshaw, ATP Executive Vice President ma soprattutto responsabile del settore regolamenti (in sostanza, il capo degli arbitri) al nostro Federico Mariani. Di seguito un estratto dell'intervista. L'articolo completo, sul numero in edicola di Tennis Italiano.

La possibilità di avere una revisione elettronica di una chiamata arbitrale ha probabilmente rappresentato il più grande cambiamento nella storia del tennis, insieme all’introduzione del tie-break. Tutti sono concordi nel dire che si è trattato di un cambiamento positivo perché ha ridotto quanto più possibile il numero di errori, rendendo il lavoro dei giudici di sedia più semplice e meno stressante. L’elettronica è un alleato fedele degli arbitri, non un nemico.

È difficile trovare una soluzione alla questione legata al coaching, una regola non facile da far rispettare. Dovremmo liberalizzarlo? Se sì, come? Se no, come rinforzare una regola che al momento è debole? Se le sette organizzazioni coinvolte - i quattro Slam, ATP, WTA e ITF – dovessero essere tutte d’accordo, ci dovremmo riunire e capire come regolamentarlo: per esempio, se farlo come nelle qualificazioni di alcuni Slam dove i giocatori parlano liberamente con i loro coach seduti sugli spalti. Se invece si optasse per il no, dovremmo discutere su come migliorare questa regola perché così non può andare avanti: se sei furbo, è troppo facile riuscire a non farti beccare.

Stiamo organizzando un piano di valutazioni indipendenti dell’operato dei giudici di sedia. Attualmente, a giudicare gli arbitri sono dei responsabili che variano a seconda si tratti di un torneo dello Slam o di tornei ATP, e questi giudicano in modo autonomo, senza dover rispondere al sottoscritto. Per quanto riguarda la certificazione di Gold Badge per i giudici di sedia, chiaramente può non essere confermata. A fine anno ci si riunisce per due settimane e si valuta chi merita tale status. Inoltre, ogni giudice di sedia, per mantenere la certificazione, deve arbitrare un numero minimo di partite ogni anno. Può bastare anche un solo grave errore per non essere più Gold Badge.

Nego assolutamente che ci possa essere un qualsiasi tipo di sudditanza psicologica dei giudici di sedia nei confronti dei top players. E nessun giocatore può chiedere di essere arbitrato da un arbitro piuttosto di un altro. Può succedere che un giocatore dica al supervisor di aver avuto problemi con un determinato giudice di sedia; a quel punto, il supervisor parla con l’arbitro in questione per capire cosa è accaduto e decide di conseguenza. Ma non è assolutamente vero che sono i giocatori a scegliere il giudice di sedia della loro partita.
Stiamo discutendo molto anche la regola del toilet-break. Quando è stato introdotta, poteva essere utilizzata in qualsiasi momento ma non era corretto. Ora, infatti, la pausa può essere chiesta solo durante l’interruzione tra un set e l’altro, a parte i casi di emergenza. Però alcuni giocatori utilizzano il toilet-break alla stregua di una strategia e non perché ne hanno realmente bisogno. Dunque, serve stabilire un tempo limite e poi occorre parlare fuori dal campo con i giocatori che ne abusano per fermare quest’abitudine.

Oltre alla regola dello shot-clock che abbiamo reso obbligatoria in tutti i Masters 1000 per il 2019, e per tutte le altre tappe del circuito dal 2020, abbiamo testato alle Next Gen ATP Finals di Milano quella che riguarda i raccattapalle che non dovranno più porgere l’asciugamano ai giocatori: questa regola verrà sicuramente applicata, quasi certamente dal 2020. Ha riscosso molto successo tra il pubblico anche il no-let (cioè rendere il servizio valido anche se ha colpito il nastro n.d.a.), mentre i set al meglio dei quattro game sono un format che può essere applicato solo in determinati tornei, non certo negli Slam o nei Masters 1000.
Gayle Bradshaw, 69 anni, ATP Executive Vice President e responsabile del settore regolamenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA