di Gabriele Riva  Che nottata, la prima nottata
di Gabriele Riva  

Che nottata, la prima nottata. Vissuta sul filo del rasoio, anche per gli azzurri. Tolto il buon Seppi che ha vinto senza troppo faticare con l’israeliano Levy, gli altri, anzi le altre, hanno lottato, sudato e combattuto. Cominciando da Sara Errani, che alla mano beffarda di chi l’ha sorteggiata ancora con Lindsay Davenport (la seconda volta nel 2008, la quarta in pochi mesi) ha risposto con una partita maiuscola, peccato che al fotofinish l’abbia spuntata di un soffio Big Mama Lindsay. E anche se Sara non è il tipo da accettare la pacca sulle spalle e i complimenti a fronte di una sconfitta, è giusto comunque farglieli. Altro match sul filo quello di Karin Knapp che ha ceduto al terzo set alla “padrona di casa” Dellacqua, ventiduenne numero 78 del ranking. Una sconfitta spiegabile in parte con la maggiore abitudine alle temperature australiane di Casey, mentre la “nostra”, altoatesina nel nome e nelle caratteristiche, arriva da un brutto colpo di calore imputabile sempre al solleone australiano. Altro match lungo lungo e duro duro quello di Flavia Pennetta, costretta al terzo set per battere la slovacca Cibulkova. In mattinata ha bisogno del tie-break (ma “solo” del secondo set) Francesca Schiavone che con lo score di 6-3 7-6 si sbarazza al primo turno della francese Emilie Loit. Per concludere il breve sunto della parte rosa di queste prime ore di Oz Open restano da segnalare le passeggiate in salute di Henin (doppio 6-2 alla Morigami), Sharapova (6-4 6-3 alla Kostanic) e Serena Williams, che con l’anello di detentrice ha superato la Gojdosova con un duplice 6-3. Ha rischiato subito, prevedibilmente, Jelena Jankovic: solo 7-6 al Terzo, e in rimonta, contro la promettente austriaca Paszek dopo un primo set sconfortante.

Meno spunti li offre il draw maschile che ha visto in campo solo la parte bassa in questa domenica notte. Patriotticamente detto del più che autorevole Seppi, che lascia solo sette giochi all’israeliano Levy, resta il tonfo piuttosto rumoroso di Andy Murray (la cui vittoria a Doha ha illuso troppi nella vecchia Scozia) che comunque non ha perso da Mr Nessuno ma dal francese Tsonga. Vince e convince l’altro Andy, quello di un oceano più in là. Tre set senza intoppi e Roddick supera un Dlouhy, ceco di bandiera, che non rappresenta un gran coefficiente di difficoltà. In attesa che, nel nostro tardo matinée, scenda in campo Nadal contro Viktor Troicki (solo sei mesi fa appena in tabellone al challenger da 25.000$ all’Harbour Club di Milano), e che concluda le sue fatiche Carlos Moya alle prese con l’austriaco Stefan Koubek, la Spagna tira un sospiro di sollievo per Tommy Robredo che supera il tedesco Zverev solo 7-5 al Quinto e conferma la partenza imballata con un gennaio che se l’è preso subito per mano e se l’è trascinato fuori dai Top 10. Per il Migliore invece (Federer se la vedrà con l’argentino Hartfield) bisgona aspettare che cali la notte, la seconda degli Oz Open 2008.