Dopo la vittoria storica di Jannik a Wimbledon è facile salire sul carro dei vincitori. Solo qualche settimana fa tuttavia…

foto Ray Giubilo

Ho letto e sentito i commenti alla vittoria di Sinner: oggi sono di nuovo tutti con lui dopo Parigi. I commenti prima della finale di Wimbledon erano “se la tira troppo”, “fa troppa pubblicità”, “non è quello che la gente pensa che sia”. Da ieri è tornato simpatico, italianissimo, il figlio che tutti vorremmo… Ma pochi, davvero pochi hanno sottolineato che ha vinto Wimbledon! Voglio dire che Wimbledon è il non plus ultra del tennis, chi lo vince diventa immortale, entra nella storia del nostro sport. Chi ha il nome inciso su quella coppa è un dio del tennis e mi sono veramente commosso quando Jannik l’ha alzata. Oggi Wimbledon in Italia è considerato una tappa dello Slam, ma la realtà è che Wimbledon sta per conto suo, è unico, è ”il torneo”, the Championships e basta. Sta agli altri slam come l’Everest sta al Terminillo.

Prendete Borg: 5 Wimbledon, 6 Roland Garros, è un’icona. Avesse vinto 5 Us Open, invece di Wimbledon, non sarebbe stato lo stesso. Oppure prendete Lendl e Wilander – due fenomeni, senza però aver vinto a Wimbledon – e paragonateli a Cash e Ivanisevic, che hanno vinto la metà di loro o anche meno ma hanno trionfato a Londra: sono famosi più dei primi due. Wimbledon è come il Tour de France: puoi vincere tante gare importanti, ma il Tour è il Tour, se lo vinci sei indimenticabile; così come la Maratona, corsa simbolo delle Olimpiadi, se la vinci è speciale. Perché puoi essere il numero 1 del mondo, ma quello prima o poi finisce, la vittoria in quel circolo che ti fa respirare il tennis invece resta sempre! Per tradizione, l’Italia meritava di avere la sua bandierina nell’albo d’oro: finalmente abbiamo trovato il tedoforo che ce l’ha messa.
Grazie Jannik, da parte di un affezionato a questo sport e, nonostante politici e faccendieri, di un affezionato anche a questo meraviglioso paese.
Spero tu ne vinca tanti altri!