Dopo aver mancato l’occasione a Shanghai prima e Miami dopo, il tennista serbo spezza quella che stava diventando una maledizione e diventa il terzo giocatore di sempre ad arrivare in tripla cifra

Foto di Ray Giubilo

Dalla terra rossa di Amersfoort a quella di Ginevra, da Nicolas Massu a Hubert Hurkacz. 6880 giorni dopo la prima affermazione nel circuito maggiore, Novak Djokovic conquista il titolo numero della 100 della carriera in singolare e diventa il terzo giocatore della storia ad arrivare in tripla cifra. Dopo aver mancato l’occasione nelle due precedenti finali disputate – Shanghai e Miami – nell’ATP 250 di Ginevra Nole trionfa con il punteggio di 5-7, 7-6(2), 7-6(2) contro Hurkacz e interrompe un digiuno che durava dalle Olimpiadi di Parigi. Djokovic entra così in una cerchia ristrettissima, soltanto Roger Federer (103) e Jimmy Connors (109) infatti sono stati in grado di fare meglio del giocatore serbo in carriera, e sarà interessante capire se avrà la forza e il tennis per infrangere uno dei record più importanti della storia del sport.

L’obiettivo tanto inseguito stava per sfuggire ancora una volta a Djokovic, che non solo era stato indietro di un set ma aveva anche subito il break nel game inaugurale del set decisivo e con un Hurkacz che sembrava tornato quello dei tempi migliori. Nel settimo gioco arriva però il passaggio a vuoto del tennista polacco, che si ritrova sotto 15-40 e alla seconda palla break è costretto a cedere il servizio facendo così rientrare ancora una volta nel match il suo avversario. Un’indicazione importante per Djokovic anche in ottica Parigi, la capacità di reagire nei momenti più importanti e decisivi e di ribaltare la partita in suo favore. Gli ultimi game dell’incontro sono forse i migliori sul piano tecnico di tutto l’incontro, con pochissimi erro non forzati e con Djokovic che si è riportato avanti nel punteggio scaricando così sul polacco la pressione di servire indietro nel punteggio. Una finale così tirata non poteva che decidersi al tie-break del terzo, e nei momenti importanti i giocatori più forti tirano fuori quel qualcosa in più: il mini-break che Djokovic è andato a prendersi nel sesto punto giocato fa girare la finale finalmente in suo favore e poi chiude con l’ace numero sei della partita per esplodere di gioia.

La missione a Ginevra ha consegnato a Djokovic probabilmente molto di più di quello che lui stesso si aspettava. Non soltanto l’essersi liberato del peso di arrivare a quota 100 titoli – che pure non fa male – ma aver ritrovato vittorie e condizione che saranno un bene prezioso da sfruttare in vista di Parigi. Interessante sarà capire come gestirà il serbo la stanchezza inevitabilmente accumulata, nella speranza che gli organizzatori del Roland Garros siano con lui benevoli e programmino il suo esordio nella giornata di martedì.