La leggenda serba è sembrata quasi sconsolata dopo l’ennesima eliminazione prematura

Foto di Ray Giubilo

Sembrava che la finale raggiunta al Miami Open qualche settimana fa potesse ridare slancio alla stagione di Novak Djokovic, invece ieri è arrivata la terza sconfitta consecutiva e le nubi intorno al futuro della leggenda serba sono diventate sempre più scure. L’ex numero 1 del mondo è stato sconfitto in due set dal nostro Matteo Arnaldi alla Caja Magica di Madrid, dando seguito alla pessima prestazione contro Alejandro Tabilo a Monte Carlo.

Se non otterrà un buon risultato agli Internazionali BNL d’Italia, il 37enne di Belgrado si presenterà al Roland Garros a fine maggio con un numero esiguo di match sulla terra rossa e con pochissima fiducia. Senza nulla togliere all’eccellente prestazione di Arnaldi, bravo a sfruttare tutte le chance a sua disposizione, il livello di Nole è stato talmente basso da richiedere una riflessione più profonda.

In conferenza stampa, il 24 volte campione del Grande Slam – che si era allenato bene nei giorni precedenti al suo esordio – è sembrato quasi sconsolato: “Sapevo che sarebbe stato un match molto duro contro un ottimo giocatore, ma mi ero allenato bene e speravo di giocare qualche incontro in più rispetto a Monte Carlo. La verità è che il mio livello attuale è molto lontano da quello che vorrei e Matteo mi è stato superiore.”

Djokovic si è lasciato andare ad un cruda ammissione: “Mi impegno per cercare di vincere una o due partite, devo accettare che questa è diventata la mia nuova realtà. Ovviamente si tratta di una sensazione totalmente diversa rispetto a quella che ho provato per la maggior parte della mia carriera, quindi rappresenta una sfida durissima dal punto di vista mentale. Era fisiologico che prima o poi sarebbe accaduto. I miei colpi, i miei movimenti e il mio corpo non sono più quelli di una volta. Non sarò tra i favoriti al Roland Garros, ma darò il massimo come sempre.”

Novak non ha escluso che quello contro Arnaldi sia stato il suo ultimo match a Madrid: “Potrebbe essere, non so se tornerò qui da giocatore.”