ROLAND GARROS – Rafa resta umile anche dopo l'ennesimo trionfo. "Riesco a lottare anche quando non gioco al meglio". Giocherà il torneo di Halle e spera: "Vorrei premiare il vincitore del 2050"
Di Alessandro Mastroluca – 9 giugno 2014
“Non chiamatelo Nadal Garros”. Gli piace così com'è il nome del torneo ormai diventato un regno personale, lo Slam che ha conquistato nove volte in dieci anni, in cui ha perso una su sessantasette e solo due volte è stato portato al quinto set. “Se io, Federer, Djokovic – dice Rafa – abbiamo ottenuto così tanto, se siamo al vertice del tennis da tanti anni, è perché continuiamo a lottare anche quando non giochiamo al meglio, è perché abbiamo un'enorme voglia di vincere”. A quarant'anni dal primo trionfo di Borg, che gli ha consegnato la Coppa dei Moschettieri, Nadal scrive un altro pezzo di storia e aggancia Pete Sampras a quota 14 Slam, secondo posto assoluto alle spalle di Roger Federer. “Borg è stato la prima grande stella, ha fatto tantissimo per questo sport e dobbiamo ringraziarlo – dice Nadal, che continua a rifiutare i paragoni con i grandi del passato – per me la cosa più importante era vincere questo trofeo, nel torneo più importante della mia stagione. Spero di poter essere qui a premiare il campione nel 2050”.
L'IMPORTANZA DEL SECONDO SET
Dopo la finale persa in Australia “Non sapevo se avrei vinto ancora uno Slam. Perciò questa vittoria è emotivamente molto importante, anche perché sono un po' più vecchio e voglio godermi questo momento dopo tutto il lavoro delle ultime settimane. Sono arrivato a Parigi molto carico, con grandi motivazioni. Ho giocato bene, per questo ho vinto contro il miglior avversario possibile”. Nonostante si trattasse del 42esimo scontro diretto, Nadal ha trovato ancora il modo di sorprendere Djokovic, ha fatto più ricorso del solito al dritto lungolinea, è andato a cercare il rovescio del serbo che, come ha ammesso in conferenza stampa, oggi dal lato sinistro è stato meno solido del solito e meno efficace soprattutto nelle accelerazioni in diagonale. La partita, analizza il maiorchino, “E’ stata molto equilibrata all'inizio. Io ho bisogno di sentire la palla, non è semplice per me prevedere quale strategia usare in campo. E poi oggi le condizioni atmosferiche erano molto diverse, dopo due settimane abbastanza fredde oggi c'era parecchia umidità. Nel secondo set ho provato a cambiare atteggiamento. Ma se l'avessi perso non so se sarei riuscito a vincere la partita”. Invece, il break nell'ultimo game del secondo parziale, agevolato anche dal doppio fallo del serbo, ha completamente stravolto l'inerzia del match.
OBIETTIVO HALLE
Un doppio fallo ha fatto calare il sipario sul nono trionfo parigino di Nadal. Un doppio fallo che per Djokovic, al di là delle caute parole in conferenza stampa, è in gran parte dovuto al tifo troppo acceso del pubblico che l'ha disturbato tra la prima e la seconda di servizio. “Il pubblico francese è speciale, sono grandi appassionati di tennis, sento che sta con me, che avverte la mia passione – ha detto Nadal – è chiaro che quanto successo non è piacevole, Novak in effetti è stato distratto un po' dal pubblico. Ma quando arrivi al matchpoint non pensi nemmeno al doppio fallo dell'avversario, vincere così o con un altro punto finale non fa alcuna differenza”. Dimenticati, all’improvviso, gli screzi con il pubblico francese che lo aveva fischiato dopo la sconfitta contro Soderling, e con un’opinione pubblica che di tanto in tanto alimenta qualche dubbio sui suoi successi. Ora Nadal partirà per Halle, dove gioca dal 2012 (dopo un’apparizione nel 2005) dopo le polemiche con gli organizzatori del Queen's perché il carico fiscale in Gran Bretagna è piuttosto gravoso anche per i suoi sponsor. Per non perdere soldi, dunque, ha scelto di giocare il Gerry Weber Open, che ha stipulato un contratto a vita con Roger Federer cui è stata dedicata anche una strada. L'anno scorso, Nadal ha saltato l'appuntamento, ma quest'anno vuole esserci. “Mi dispiacerebbe mancare per due anni di fila – ha detto – anche se andare in Germania per me non è stata una decisione facile. Spero che il ginocchio risponda bene, dopo l'infortunio è stata dura tornare su questa superficie”.
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