La presentazione di Palazzo Marino è stata l’occasione per ribadire il valore e la formula delle Next Gen ATP Finals in arrivo a Milano, ma sui partecipanti si è detto ben poco. È normale: si scopriranno solo prima del via, ma su alcuni nomi si può già mettere la firma. Ecco la situazione attuale.Ormai è chiaro: l’ATP vuole fare le cose in grande. Per la presentazione italiana delle Next Gen ATP Finals di Milano è giunto nel capoluogo lombardo addirittura il presidente ATP Chris Kermode, che nella conferenza stampa di Palazzo Marino ha confermato la natura del torneo che nascerà nel 2017. Non solo una vetrina per i più giovani, ma anche un banco di prova per avvicinare il tennis alle nuove generazioni. Tuttavia, la buona riuscita di un torneo, specialmente alla prima edizione, passa (soprattutto) dai protagonisti. Al via manca ancora un’intera stagione, ma alcuni nomi sembrano già sicuri. Vi presentiamo gli otto giocatori che al momento sarebbero qualificati, più le possibili sorprese e la situazione degli italiani, che potrebbero agguantare il posto in palio con una wild card.
—————————————ALEXANDER ZVEREV
Nazionalità: Germania
Data di nascita: 20 aprile 1997
Ranking ATP: 24
Se tutto andrà come deve andare, e ci sono buone ragioni per essere ottimisti, il tedesco sarà la stella del torneo milanese. Al momento è il più forte fra i giocatori della Next Generation, ha già vinto un torneo ATP a San Pietroburgo e saggiato anche l’aria dei top-20. Gli organizzatori devono sperare che la sua esplosione definitiva non arrivi proprio il prossimo anno, altrimenti c’è il rischio che da Milano non transiterà perché impegnato alle ATP Finals vere e proprie, all’O2 Arena di Londra. Arrivare fra i primi otto del mondo a 20 anni sarà difficilissimo, ma le qualità ci sono ed è una certezza che lo vedremo presto a battagliare fra i primissimi. Resta da capire quanto presto.BORNA CORIC
Nazionalità: Croazia
Data di nascita: 14 novembre 1996
Ranking ATP: 48
Il croato è uno dei veterani della Next Gen, semplicemente per il fatto che è arrivato in alto prima della gran parte dei coetanei. Non ha ancora sfondato come si pensava, e forse mai ce la farà, ma è comunque uno dei prodotti più interessanti offerti dal vento di novità del circuito ATP. Non ha un tennis da strapparsi i capelli, eppure è fra i top-100 da oltre due anni, è arrivato a ridosso dei primi 30 e ha già battuto sia Rafael Nadal sia Andy Murray. Insomma, i risultati danno ragione a lui. Seccato per l’esclusione dalla finale di Davis (malgrado non fosse al 100%) ha detto che in futuro la Croazia dovrà probabilmente fare a meno di lui. Se c’è una cosa che gli manca non è certo la personalità.KAREN KHACHANOV
Nazionalità: Russia
Data di nascita: 21 maggio 1996
Ranking ATP: 53
Insieme a Zverev, il russo (presente oggi a Milano per il lancio ufficiale delle Finals) è uno dei due under-21 ad aver già vinto un torneo ATP, a inizio ottobre a Chengdu. Servizio bomba, rovescio magico, testa pensante e interessi più comuni ai letterati che ai tennisti, ha scelto Galo Blanco e Barcellona per diventare grande, e c’è da scommettere che ce la farà. Tre anni fa ha puntato su di lui anche Yevgeny Kafelnikov, indicandolo come un futuro top-20 nel 2015. Ha sbagliato, ma solo per la fretta. Il gigante di Mosca non ha paura a parlare di numero uno, con un mantra ripetuto in loop: lavorare, crescere, migliorare. Il 2017 può essere il suo anno, a Milano sarà uno degli osservati speciali.TAYLOR FRITZ
Nazionalità: Stati Uniti
Data di nascita: 28 ottobre 1997
Ranking ATP: 76
Nella sua scheda, alla voce coach, è appena apparso il nome di Mardy Fish, che andrà ad affiancare David Nainkin. Segno che il giovane californiano non si accontenta e ha voglia di bruciare le tappe. Nella vita l’ha fatto benissimo, sposando la fidanzata Raquel appena 38 giorni dopo la proposta di matrimonio, nel Tour un po’ meno, rallentando parecchio dopo un avvio di 2016 molto positivo. Le oltre 20 posizioni perse rispetto al suo best ranking (di 53) ne sono il risultato, ma ovviamente è solo una tappa intermedia, di assestamento, al suo primo anno nel Tour. Negli States si fregano le mani, sicuri che il nuovo Tennis Guy sarà lui. E a naso non hanno tutti i torti.DANIIL MEDVEDEV
Nazionalità: Russia
Data di nascita: 11 febbraio 1996
Ranking ATP: 99 È diventato professionista “solo” nel 2014, e a gennaio era fuori dai primi 300. Poi ha iniziato a inanellare un risultato dopo l’altro, sia a livello Challenger sia nel circuito maggiore, guadagnatosi la Next Gen e pure la top-100. Non ha nessuna parentela con l’ex numero 4 del mondo Andrei Medvedev, e magari non arriverà così in alto, ma il prospetto sembra interessante. Aiutato dai 198 centimetri ha un gran servizio, eppure racconta di essere ancora meglio in risposta. E visto quanto conta la ribattuta nel tennis di oggi (vero Murray e Djokovic?) potrebbe essere un vantaggio ancora più importante. Lo sta coltivando ad Antibes, Costa Azzurra.HYEON CHUNG
Nazionalità: Corea del Sud
Data di nascita: 19 maggio 1996
Ranking ATP: 104
Già, è il coreano con gli occhiali che perse da Gianluigi Quinzi la finale di Wimbledon juniores nel 2013, e che per il momento ha avuto una carriera di ben altro spessore. Un lungo stop per infortunio l’ha fatto scivolare fuori dai primi 100, ma il ventenne di Suwon è stato già a un soffio dai primi 50, ed è (almeno) da quelle parti che merita di navigare. Da quella finale nel Tempio ha vissuto una crescita costante, fondata sul lavoro e la riservatezza tipica degli asiatici. Da gennaio potrà tornare a giocare nel Tour con continuità, e l’impressione è che il suo nome è uno di quelli sui quali mettere la firma. A Milano non mancherà.JARED DONALDSON
Nazionalità: Stati Uniti
Data di nascita: 9 ottobre 1996
Ranking ATP: 105
Basta un accenno al suo percorso per renderlo un interessante. A differenza della fitta schiera di connazionali con ambizioni da top-30, il ragazzone del Rhode Island non è cresciuto nella classica accademia a stelle e strisce con spazi enormi e campi a bizzeffe. Tutt’altro: nel bel mezzo della crescita si è fatto due anni e mezzo in Argentina, a forgiare un gioco al tempo ricco di lacune ma anche la mentalità, e oggi è una delle più grandi promesse USA. Non ha paura a stare in campo ore e ore insieme a coach Taylor Dent (proprio lui: l’hulk del serve&volley), ha risolto le lacune di un tempo e il servizio è il suo colpo chiave. Ma l’ottima estate americana dice che va alla grande pure tutto il resto.FRANCES TIAFOE
Nazionalità: Stati Uniti
Data di nascita: 20 gennaio 1998
Ranking ATP: 108
Figlio di un immigrato della Sierra Leone capace di costruirsi vita più che dignitosa nel Maryland, ha un anno in meno dei migliori connazionali, eppure a 18 anni è già stato numero 100 del mondo. Il suo tennis sgraziato non farà impazzire gli amanti del bel gioco, ma quando c’è l’efficacia il resto può passare in secondo piano. Gli hanno costruito addosso l’etichetta del tennista-rapper, e lui sembra apprezzare, al punto da firmare un contratto con l’agenzia di Jay-Z, che dopo i successi musicali si è lanciato nell’avventura imprenditoriale. In mezzo alle stelle di NBA e NFL c’è un solo tennista: Tiafoe. Vuol dire che ci credono sul serio. E fanno bene.GLI ALTRI / PT. 1
Ovviamente, visto che da oggi al novembre 2017 potrebbero cambiare un sacco di cose, vale la pena allargare lo sguardo anche agli altri giovani più interessanti del panorama mondiale, che potrebbero scavalcare qualcuno dei potenziali qualificati a oggi. Come per esempio altri due statunitensi: Stefan Kozlov e Reilly Opelka. Opposti fisicamente (il primo è circa 1 e 75, il secondo eguaglia Karlovic a 2 metri e 11) e nel gioco, ma non nelle ambizioni e nel percorso, che ha visto entrambi conquistare il primo titolo Challenger sul finire del 2016. Kozlov sembra un tantino più avanti a livello di ranking, ma Opelka può fare sfracelli, specie con il servizio. Non è un azzardo dire che fra 12 mesi saranno entrambi fra i primi 100. Una sorte che sembra scritta anche per il coreano Duck-Hee Lee, la cui storia è finita addirittura sul New York Times, a causa della totale sordità che gli toglie buona parte delle sensazioni necessarie per un tennista. Eppure, è stato un baby prodigio ed è numero 149. Ora non può più affidarsi ai tornei asiatici, è l’ora di venire in Europa. Se saprà confermarsi andrà tenuto d’occhio. GLI ALTRI / PT. 2
Meritano una menzione anche altri cinque giocatori, a partire da Andrey Rublev, l’unico già parte della campagna Next Gen (è necessario essere fra i primi 200 del mondo). Il russo, ex numero uno del mondo da under 18, sta faticando più del previsto ad arrivare, ma arriverà. Forse già il prossimo anno. Pochi dubbi anche sul conto del greco Stefanos Tsitsipas, dominatore nel 2016 della classifica mondiale under 18, e del canadese Denis Shapovalov: capelli biondi, occhi azzurri, rovescio a una mano e un successo su Nick Kyrgios già nel palmarès. Per finire altri due nomi: Casper Ruud, che sogna di restituire alla sua Norvegia un tennista in grado di arrivare fra i primi 100 (come riuscito solo a papà Christian) e l’australiano Alex De Minaur. Pat Rafter ha detto che il giovane avrà bisogno di 4-5 anni per esprimersi al massimo, ma è un massimo molto importante. Ergo, per arrivare a Milano potrebbe bastargliene anche uno solo. GLI ITALIANI
Chiudiamo con l’Italia, visto che a quanto è parso di capire dalle parole di Chris Kermode la wild card andrà a un azzurro, secondo criteri da stabilire nel corso dell’anno. Il più probabile, ovviamente, dovrebbe essere la classifica ATP. Al momento, il migliore dei nostri tennisti aventi diritto è Gianluigi Quinzi, posizionato al 33esimo posto del ranking ATP under 21. Il marchigiano è numero 290 del mondo: la cura di Ronnie Leitgeb – di cui ha parlato un gran bene – sembra avergli fatto superare i tanti problemi (anche psicologici) incontrati nelle ultime due stagioni, e l’ha riportato nella zona di ranking raggiunta a fine 2014. Ora, seppur con due anni di ritardo, “GQ” deve provare a iniziare la scalata verso le posizioni che contano. È vero che ha deluso le attese, ma forse è ancora presto per il giudizio definitivo. Alle sue spalle c’è Matteo Berrettini, numero 434 del mondo e seduto oggi al tavolo della presentazione. Con la finale al Challenger di Andria ha mostrato quanto vale, e se riuscisse a stare alla larga dagli infortuni può fare una carriera anche migliore rispetto a Quinzi. Dietro di loro Andrea Pellegrino, Francisco Bahamonde e Jacopo Stefanini. Gli ultimi due sembrano troppo lontani, di classifica e valore, per sorprendere i connazionali, mentre per Pellegrino (che ha un anno in meno di tutti) se ne dovrebbe riparlare nel 2017. Sperando che nel frattempo continui a crescere: la materia prima – e non lo diciamo solo noi – è di altissima qualità.
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