AUSTRALIAN OPEN – La cinese mette le cose in chiaro dopo pochi minuti: Bouchard KO in due set. Per lei è la terza finale a Melbourne. Il suo rovescio è uno spettacolo di eleganza ed efficacia.
Na Li ha scardinato le difese della Bouchard con uno strepitoso rovescio
Di Riccardo Bisti – 23 gennaio 2014
Durante il match contro Flavia Pennetta, il primo errore di rovescio di Na Li è giunto dopo 28 minuti. Quando gliel'hanno detto, ci ha scherzato su. “Vorrà dire che la prossima volta mi impegnerò a non sbagliare per almeno mezz’ora”. Non ce n’è stato bisogno. Le sono bastati appena 14 minuti per volare sul 5-0 contro Eugenie Bouchard e prenotare il biglietto per la finale. Un esordio devastante, con un parziale di 20 punti a 3. Uno spettacolo, soprattutto con il rovescio, il colpo che non l’abbandona mai. Poi è arrivato qualche errore, c’è stato un accenno di battaglia, ma non ci sono mai stati dubbi su chi avrebbe vinto. 86 minuti sono stati sufficienti alla cinese per centrare la sua terza finale all’Australian Open dopo quelle del 2011 e del 2013, perse sempre in tre set (rispettivamente contro Kim Clijsters e Victoria Azarenka). La pessima partita contro Lucie Safarova è stata un punto di non ritorno. Dopo il match, ha avuto un duro scambio di battute con il coach Carlos Rodriguez, l’uomo che le ha ridato voglia di giocare (bene) a tennis dopo che il successo al Roland Garros l’aveva un po’ destabilizzata. “Non mi ha detto cosa devo fare. Mi ha soltanto chiesto ‘Cosa vuoi?’ ‘Perchè fai questo mestiere?’. Nel sentire queste domande, ho capito che avrei dovuto fare qualcosa, altrimenti lui si sarebbe arrabbiato ancora di più. Così ho iniziato a prepararmi ancor più duramente e cercare di fare quello che avevo in mente. Dare finalmente forma ai miei pensieri”. Da lì in poi ha messo il turbo. 6-2 6-0 alla Makarova, 6-2 6-2 alla Pennetta e adesso 6-2 6-4 alla Bouchard.
Alla vigilia del torneo, Na Li era la più accreditata rivale di Serena Williams. Normale che diventasse la favorita d’obbligo dopo l’eliminazione dell’americana. E trovare la Bouchard in semifinale era un surplus, anche se la canadese ha il futuro assicurato. “Penso che prima o poi diventerà la giocatrice più forte del mondo – ha detto nell’intervista sul campo, chiedendo scusa alla ‘Genie Army’ per aver battuto la loro beniamina – se volete me ne vado a casa io!”. Il fatto è che, oggi, la cinese è più forte. La Bouchard è brava e ha una forte personalità. Si è visto quando il match le era scivolato via. Sotto 5-0, poteva sbracare. Invece ha evitato il cappotto, forzando la Li a commettere qualche errore. E poi ha opposto un’onesta resistenza nel secondo set. Può persino azzardare qualche recriminazione. Sul 2-1 in suo favore, per esempio, ha avuto una palla break che avrebbe potuto dare un po’ di pepe. Ma la cinese si è affidata nuovamente al suo rovescio, infilando un winner all’incrocio delle righe. Ne ha tirati tantissimi. Alla fine saranno 35, quasi tutti dal lato sinistro. Non importa quale delle otto Babolat Pure Drive abbia in mano: la palla sembra telecomandata, soprattutto in direzione incrociata. Il suo rovescio è un po’ come la ‘veronica’ di Adriano Panatta o le punizioni di Diego Armando Maradona. Sai in anticipo che la tirerà da quella parte, ma non potrai mai raggiungerla. Non c’è niente da fare.
Scampato il pericolo, è salita 3-2 e servizio. Agganciata sul 3-3, ha infilato un altro break, stavolta decisivo. Lo ha conservato senza grossi patemi, chiudendo con l’ennesimo vincente di rovescio. La Bouchard ci è rimasta malissimo. Aveva immaginato un finale molto diverso, invece è quasi scappata via dal campo. Giureremmo che aveva voglia di piangere, tanto da rivolgere appena un freddo saluto alla Genie Army, il suo gruppo di tifosi che aveva pronto l’ennesimo pupazzo di peluche da regalarle. Stavolta l’omaggio è rimasto nelle gradinate. Tuttavia, la sua reazione spinge all’ottimismo. Probabilmente tornerà in campo ad allenarsi con ancora più rabbia per affinare il suo tennis nervoso, quasi nevrotico. Tira ogni colpo come se fosse l’ultimo, trasmette ansia e coraggio allo stesso tempo. Non deve essere semplice affrontarla. Nel frattempo, potrà consolarsi con l’in bocca al lupo ricevuto da Justin Bieber via Twitter. Ha manifestato il desiderio di conoscerlo, e probabilmente sarà accontentata. Chissà che non possa nascere un flirt. In fondo, anche la love story tra Caroline Wozniacki e Rory Mcllroy era nata così. Na Li non ha di questi problemi: continua a prendere in giro suo marito, che incassa e continua a sostenerla a bordocampo. Lo farà anche sabato sera, quando cercherà di intascare il secondo Slam. Forse sarebbe ancora più bello del primo.
AUSTRALIAN OPEN 2014 – SEMIFINALI FEMMINILI
Na Li (CHN) b. Eugenie Bouchard (CAN) 6-2 6-4
Dominika Cibulkova (SVK) vs. Agnieszka Radwanska (POL)
Post correlati
Jannik, esordio in crescendo da one man show
Il primo match del girone alle Atp Finals contro De Minaur non è stato una passeggiata, ma un compito...