Il carrarino ha ritrovato il sorriso e si prepara ad affrontare il suo amico Cobolli per un posto negli ottavi a Flushing Meadows

Da New York – Lorenzo Musetti si sta riavvicinando alla sua miglior versione e i primi due round degli US Open sono stati funzionali anche a ritrovare fiducia. Non è un segreto che l’ascesa dell’azzurro abbia subito una battuta d’arresto a causa di quell’infortunio subito nella semifinale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz, proprio mentre stava disputando uno dei migliori match della sua giovane carriera sull’iconico Philippe Chatrier. Il carrarino si è dovuto fermare per diverse settimane, ha partecipato a Wimbledon soltanto per onor di firma (essendo lontano dalla forma ottimale) e non ha brillato sul cemento americano prima dell’ultimo Slam della stagione. Il numero 10 del seeding si è sbarazzato del veterano belga David Goffin oggi sul Louis Armstrong e affronterà il suo connazionale e amico Flavio Cobolli per un posto negli ottavi di finale.
Dopo le difficoltà degli ultimi mesi, il numero 2 d’Italia sta mostrando segnali incoraggianti a Flushing Meadows e intende continuare a progredire sulla superficie meno amata. “Sono soddisfatto della mia prestazione, perché dall’altra parte della rete c’era un giocatore esperto e pericoloso” – ha esordito Lorenzo in conferenza stampa. “Il primo set è stato di rodaggio e non ho giocato il mio miglior tennis, ma sono stato bravo a cambiare marcia negli ultimi due game e a prendere un vantaggio importante. Da quel momento la mia fiducia è aumentata e ho fatto la differenza soprattutto con il dritto, che mi ha permesso di vincere tanti punti nel secondo e nel terzo set. Mi dispiace soltanto per quel break che ho subito all’inizio del terzo, avrei potuto evitarlo, ma non mi posso lamentare” – ha aggiunto il 23enne italiano.
Gli organizzatori stanno tenendo in grande considerazione Musetti, che ha giocato i suoi primi due match a New York su uno stadio davvero prestigioso come il Louis Armstrong. “Devo ammettere che non me lo aspettavo e ci tengo a ringraziare gli organizzatori del torneo, che evidentemente mi stimano. In generale mi piace giocare il primo match della giornata, perché sai esattamente a che ora inizi a giocare e puoi seguire meglio la tua routine. Al tempo stesso, il tennis è uno sport che richiede una notevole capacità di adattamento e non si possono avere troppe pretese.” Non poteva mancare un commento sul derby contro Cobolli al terzo turno: “Ci conosciamo da quando siamo molto piccoli, visto che ci siamo affrontati per la prima volta al Lemon Bowl under 10. Vinsi io in quell’occasione e negli anni successivi abbiamo condiviso parecchie esperienze, rappresentando anche l’Italia nelle varie manifestazioni. Abbiamo dormito nella stessa stanza più di una volta. Affrontare un amico non è mai facile dal punto di vista mentale, ma il tennis è un ring e bisogna dare il massimo senza pensare a chi c’è dall’altra parte della rete. In questi casi vince chi scende in campo più convinto e agguerrito.”