Un ottavo con Rune convincente dal punto di vista del gioco per Lorenzo: “Ho messo ordine in campo”

Foto di Brigitte Grassotti

«Ici c’est Musetti!», postano i social del Roland Garros, e vuol dire che non soltanto qui c’è la festa del tennis, ma anche un nuovo top ten che vuole strada, che usando tutto lo spazio che il campo concede e tutta la fantasia che il dio del tennis gli ha dato in regale, vuole un posto alla tavola dei grandi.

Che partita matura, solida, convincente e affascinante ha vinto ieri sera il Muso contro Rune. Nel pomeriggio nel clan serpeggiava un po’ di incertezza, di inquietudine per la forma di Lorenzo, ma in campo si è visto un giocatore convinto della propria strategia, fermo nell’applicarla. Ordinato, ecco il termine che ha usato Lorenzo – e che tanto piacerebbe a Riccardo Piatti. Ma ogni conquista va ribadita giorno dopo giorno, tutti progressi sono da coltivare quasi con durezza. «Ho messo più ordine in quel che faccio in campo, ho iniziato a lamentarmi meno e a pensare di più», spiega Lorenzo. «Avevo sognato di giocare una partita così. Nel turno precedente ero troppo nervoso e questo mi ha spinto tornare in campo con un altro atteggiamento, quello di stasera che mi ha fatto migliorare come giocatore». Un trionfo di variazioni, di effetti e altezze diverse che magari potevano sembrare assist per le rabbiosa sbracciate di Rune, e invece l’hanno mandato in confusione.

Forse una delle migliori partita in carriera, assistita anche da un servizio che per velocità e costanza sta iniziando a diventare l’arma in più che da sempre gli era mancata ad altissimo livello: «In termini di intelligenza tattica e consistenza la considero una delle mie migliori partite», ammette. «Sono partito subito bene, con lo spirito giusto. I primi due set sono stati di alto livello ma nel terzo set ho scardinato quello che gli permetteva di rimanere in partita;  ho aggiunto delle variazioni ai miei colpi e questo mi ha aiutato a prendere il comando del gioco, specialmente con il dritto. Inoltre sono cresciuto al servizio e ho rischiato di più sulla seconda anche perché lui ti toglie il tempo in risposta, la anticipa tantissimo e anche sulla terra ti mette in situazioni difficili».

E vincere match del genere dà un giro di manovella anche a fiducia e autostima. «Sono orgoglioso di come ho affrontato il match, con una mentalità propositiva. Sapevo di poterla portare a casa. Mi sento bene, sto giocando il mio miglior tennis e in termini fisici sento di essere molto preparato. E’ stato un test importate. Lo Slam è come un percorso ed è normale che ci siano degli alti e dei bassi; non mi ero piaciuto con Navone ma questo mi ha permesso di rafforzare la parte che mi mancava. Con il team abbiamo lavorato sulle cose che non avevano funzionato. E’ stato un gran lavoro di squadra». Domani nei quarti – i suoi primi al Roland Garros, gli tocca Frances Tiafoe. Il bilancio dei precedenti è 3-2 per l’americano, Lorenzo però l’anno scorso a Roma ha vinto l’unico sulla terra. «Frances Lo conosco bene, abbiamo giocato spesso contro anche se mai in uno Slam. Ha talento e sa essere molto pericoloso ma credo di avere i mezzi per dargli fastidio».