Il carrarino analizza la sconfitta contro lo spagnolo e lancia una frecciata a Zverev

ROMA – E’ bastato il primo punto. «Ho sbagliato il primo colpo, e ho capito subito che non era la giornata giusta. Non mi sentivo bene come nelle altre partite, non sentivo la palla, mi sono concentrato troppo sulle cose negative. Sono deluso per la chance mancata, sarà una lezione per i prossimi tornei».
Fa tenerezza, Musetti, la faccia delusa di chi pensava che la sua corsa agli Internazionali potesse proseguire oltre l’ostacolo Alcaraz. La soddisfazione per la semifinale raggiunta al Foro Italico, nuova conferma del suo ottimo momento di forma dopo i grandi risultati di Monte Carlo e Madrid, lascia il passo almeno per ora al rammarico per quella che definisce «la peggiore giornata nel momento più atteso. Certo, le condizioni del Centrale erano molto diverse da quelle degli altri miei incontri: c’era molto vento, il campo era per metà coperto da ombre, però ecco, in campo ho trovato troppi alibi, e questo non va bene. E poi continuavo a pensare agli errori invece di essere propositivo».
E’ stata una partita che doveva regalare spettacolo e invece è risultata farcita da troppi errori, ben 86 in totale i “gratuiti” (42 Carlos e 44 Lorenzo). «Sì, anche Alcaraz non ha giocato molto bene ma è stato più solido e tranquillo – continua Musetti – da parte mia ho fatto troppe scelte sbagliate, come quella smorzata nei tie break, contro vento (aveva appena rimontato da 2-5 a 4-5, e invece ha mandato Alcaraz al match point, nda), proprio una cazzata».
Dopo la rinuncia ad Amburgo della prossima settimana, Lorenzo si può concentrare direttamente sul Roland Garros, dove arriverà come testa di serie numero 8, con la sicurezza quindi di non incontrare i grandissimi prima dei quarti di finale. «A Parigi vado con la giusta ambizione, nell’ultimo periodo credo di aver raggiunto un ottimo livello di gioco, anche se oggi non l’ho dimostrato. E poi la distanza sui cinque set mi piace, fisicamente mi sento molto bene e questo è importante in un torneo duro come uno Slam». Una frecciata a Zverev («ha detto che contro di lui aspettavo soltanto? Ognuno pensa quello che vuole, abbiamo giocato anche su altre superfici e l’esito è stato lo stesso, se ha visto che aspetto l’avversario, può farlo anche lui…) poi la chiusura su Alcaraz e la finale di domenica. «Carlos è un fenomeno che a volte riceve critiche ingiustificate. Io credo che, se sta bene, sulla terra battuta è ancora il più forte di tutti». «Anche di Jannik?», insinuano. «Ho detto il più forte di tutti, quindi…», la risposta decisa.