di Cristian SonzogniCome nel 2006. Nadal e Federer in finale, l’iberico che trionfa. Cambia l’anno, cambia la distanza (due set su tre invece che tre su cinque), ma il risultato resta invariato. E pensare che molti, alla vigilia, sostenevano che giocare al meglio dei tre potesse favorire Roger. Invece Rafa si è confermato re della terra, al suo terzo titolo di fila nel Principato e alla sessantasettesima vittoria consecutiva sul rosso: doppio 6-4 e ottavo Ma
di Cristian Sonzogni

Come nel 2006. Nadal e Federer in finale, l’iberico che trionfa. Cambia l’anno, cambia la distanza (due set su tre invece che tre su cinque), ma il risultato resta invariato. E pensare che molti, alla vigilia, sostenevano che giocare al meglio dei tre potesse favorire Roger. Invece Rafa si è confermato re della terra, al suo terzo titolo di fila nel Principato e alla sessantasettesima vittoria consecutiva sul rosso: doppio 6-4 e ottavo Masters Series in carriera per lo spagnolo. Ha poco da recriminare lo svizzero, se non per quelle tre palle break sul 4-3 del primo set che, se trasformate, avrebbero forse dato un altro indirizzo alla partita. Poi, svanita l’occasione è stato quasi un monologo con Rafa in controllo e Rogi a inseguire.

Ora li attendono Roma e Parigi, per proseguire quel duello che conta 7 vittorie per Nadal e solo 3 per il numero 1 al mondo.

In doppio, titolo per i gemelli Bob e Mike Bryan, capaci di dominare anche la finale con Gasquet/Benneteau, duo francese già arrivato a sorpresa all’ultimo atto

Monte-Carlo duemilasette va in archivio con una edizione discreta ma non straordinaria sotto l’aspetto tecnico, con una rivalità che prosegue e con i campioni di domani ancora troppo acerbi al cospetto dei primi due. E con i campioni di oggi troppo arrugginiti e pieni d’acciacchi (vedi Nalbandian, Safin e compagnia).

Un ultimo appunto su un italiano di cui da tempo non si avevano più notizie. Si tratta di Adelchi Virgili, dipinto fenomeno già da cinque anni a questa parte e poi più o meno sparito dalle news ufficiali. E’ tornato a farsi vivo al Country Club, ha pure allenato Nadal prima della finale e, a giudicare dal risultato, lo ha fatto davvero bene. Ora ha 17 anni, una serie di malanni non indifferenti, soprattutto alla schiena, ma anche tanta voglia di riprendere per dimostrare quanto vale.