A 32 anni sta vivendo una stagione da sogno: da 504 del mondo a 145 attuale, più forte di tanti problemi burocratici e fisici

Non è mai troppo tardi per emergere se si ha talento e grande dedizione e abnegazione. Di casi in passato ce ne sono stati e ne stiamo vedendo un altro adesso: il tunisino Moez Echargui sta vivendo un 2025 da sogno sotto ogni profilo. A 32 anni ha cominciato la stagione da n.504 del mondo e in questo momento occupa la posizione n.145 grazie a sei titoli ITF e tre titoli Challenger. Il tunisino classe ’93 che dal 2022 si allena con l’MXP Tennis Team (prima nel Varesotto e oggi al Quanta Club di Milano), appena compiuta la maggiore età, fu costretto a lasciare la Tunisia per approdare al college negli Stati Uniti: una laurea in ingegneria e in scienze informatiche prima di lanciarsi nel tennis professionistico a 22 anni, ma senza riuscire a svoltare.
Tanti sono stati i problemi fisici, il crac a un ginocchio, poi problemi a un polso, a una caviglia infine nel settembre 2024 uno strappo al bicipite femorale che l’ha obbligato a fermarsi di nuovo e ricominciare a quasi 32 anni. Nel frattempo l’arrivo in Lombardia nel gruppo MXP: “Ricordo quando lo scorso gennaio – dice Marco Brigo, direttore sportivo di MXP – io e Fabio Chiappini ci siamo seduti a un tavolo con Moez e l’abbiamo invitato a riflettere su cosa volesse fare del suo futuro, data l’età e la classifica di nuovo crollata. Lui ci ha guardato negli occhi e ci ha detto ‘sto bene, credo nelle mie possibilità e penso di poter ancora raggiungere i primi 100 del mondo, quindi vado avanti’. Non aveva alcun dubbio e ha avuto ragione lui”. Echargui ha vinto a Porto il primo titolo Challenger in carriera, poi si è preso il sesto Itf stagionale e quindi altri due Challenger, a Hersonissos (Grecia) e a Saint-Tropez (Francia). In tre mesi ha scalato circa 300 posizioni nel ranking e si trova oggi nei primi 150, con la certezza di debuttare nelle qualificazioni dei tornei del Grande Slam nel prossimo gennaio agli Australian Open.
“Quando nel 2022 ha iniziato il percorso con MXP – dice ancora Brigo – era senza denaro e senza permesso di soggiorno. Abbiamo trovato insieme una soluzione che gli permettesse di allenarsi con noi malgrado la carenza di risorse, ma poteva stare in Italia con un visto sportivo per un numero di settimane ben preciso. È stato molto complesso far conciliare questo obbligo con la sua attività. Fortunatamente, nel 2024 è riuscito a ottenere il permesso di soggiorno grazie al tesseramento per una squadra di Serie A1, così si è potuto stabilizzare in Italia e abbiamo iniziato a concentrarci solo sul tennis. Il livello che ha raggiunto – spiega ancora Brigo – lo rende un traguardo alla portata. Sarebbe l’ennesima rivincita di un ragazzo d’oro, la cui storia può essere d’ispirazione per tanti, visto ciò che ha dovuto superare. Oggi nei primi 200 giocatori della classifica mondiale c’è un solo africano, lui. Per arrivare fino a lì, partendo da un paese che non gli offriva grandi opportunità, ha dovuto lottare molto più di tanti altri, combattendo con la burocrazia, gli infortuni e anche le difficoltà finanziarie. Siamo orgogliosi di aver creduto in Moez fin dall’inizio: è stata la scelta giusta e gli auguriamo di togliersi ancora tante altre soddisfazioni. Se le merita tutte”.