Era dal suo magico Us Open che Sloane Stephens non vinceva tre incontri nello stesso torneo. Ce l'ha fatta al Miami Open, dove dopo Tomljanovic e Niculescu ha fatto fuori la n.3 del seeding Garbine Muguruza, meno brava a gestire le fasi decisive del match. "Nel 2017 ho fatto delle scelte sbagliate, ma mi sono ritrovata", giura l'americana, che in caso di semifinale entrerebbe per la prima volta nella top-10.Forse Sloane Stephens aveva soltanto bisogno di mettere di nuovo piede in America, Messico o Stati Uniti che sia, o forse sta semplicemente ritrovando la sua miglior condizione dopo mesi di difficoltà. Lo scopriremo presto, ma quello che conta è che la 25enne di Fort Lauderdale sia finalmente tornata a far parlare di sé in positivo, dopo la terribile serie di otto sconfitte consecutive seguita all’incredibile successo all’ultimo Us Open. È come se dopo il lungo stop per infortunio il suo 2017 fosse iniziato e finito in America, tanto che era proprio da Flushing Meadows che non riusciva a vincere tre incontri nello stesso torneo. Dopo i segnali di ripresa mostrati con i quarti ad Acapulco e con la bella vittoria sulla Azarenka a Indian Wells, Sloane ce l’ha fatta nella sua Florida, completando l’opera iniziata coi successi su Tomljanovic e Niculescu grazie a una grande prova di forza contro Garbine Muguruza. Classifica alla mano, dopo le eliminazioni premature di Halep e Wozniacki la regina dell’ultimo torneo di Wimbledon era diventata la favorita numero uno per il titolo, invece si è fermata per la quinta volta agli ottavi del Miami Open (dopo 2012, 2013, 2016 e 2017), sconfitta 6-3 6-4 in un duello favorevole da subito alla padrona di casa. Garbine ha iniziato malissimo, perdendo i primi sette punti del match con sei errori gratuiti, la Stephens ha capito che si poteva fare ed è praticamente stata sempre al comando, aiutandosi col servizio e gestendo meglio i pochi momenti decisivi. “Penso di aver sbagliato troppo – ha detto la Muguruza –, soprattutto commettendo un paio di errori che non avrei dovuto fare in delle fasi cruciali della partita. Lei ha servito molto bene, mentre in generale il mio servizio poteva funzionare meglio”. Una buona sintesi di quello che è successo, visto che proprio la battuta l’ha tradita ben cinque volte. Troppe per una come lei.LA SEMIFINALE VARREBBE LA TOP-10
Alla spagnola va dato atto di averci provato fino in fondo, anche quando il match aveva ormai preso la piega sbagliata. Nel nono game è stata ben cinque volte a due punti dal KO, mentre nel decimo ha cancellato un paio di match-point e ha cercato di farsi vedere negli specchietti, ma la Stephens è stata fredda al punto giusto. Si è presa un terzo match-point, col rovescio ha sparato il suo diciannovesimo colpo vincente e ha eguagliato i quarti di tre anni fa, suo miglior risultato in un Premier Mandatory. Ora che la crisi sembra alle spalle, l’americana si è fatta un’idea ben chiara su cosa non ha funzionato. “Alla fine della scorsa stagione – ha spiegato – avevo tanta voglia di giocare, ma non è stata la scelta giusta. Ho preso delle decisioni seguendo quello che mi diceva il cuore, senza badare ai segnali che il mio fisico mi inviava, e questo ha generato una sorta di effetto domino in negativo. Ma dopo la trasferta in Australia mi sono presa un po’ di tempo per ritrovare me stessa”. La sua “breakdown” ha dell’incredibile, perché è numero 12 del mondo con appena cinque tornei validi: le semifinali a Toronto e Cincinnati, il titolo a New York, i quarti ad Acapulco e il terzo turno a Indian Wells, ma i 2.700 punti dell’estate scorsa pesano a tal punto che in caso di semifinale a Key Biscayne entrerebbe per la prima volta nella top-10. Si giocherà un posto nelle prime dieci in una sorta di scontro diretto con Angelique Kerber, sopravvissuta alla maratona da tre ore e due tie-break (6-7 7-6 6-3) contro la sorprendente qualificata cinese Yafan Wang. “Ne sarei molto felice – ha scherzato – perché sono già stanca di sentire dire che il mio best ranking è il numero 11. Sarebbe un bel passo avanti, e spero di riuscirci presto. Quella posizione in più o in meno determina un sacco di cose”. Se non avesse praticamente buttato via sei mesi, oggi sarebbe fra le top-10 e anche più su, ma la bella notizia è che il tempo non è ancora scaduto. Tuttavia è meglio sbrigarsi, perché l’estate arriva in fretta.
WTA PREMIER MANDATORY MIAMI – Ottavi di finale
Sloane Stephens (USA) b. Garbine Muguruza (ESP) 6-3 6-4
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