MATTEO ARNALDI: IL BONFIGLIO SI TINGE D’AZZURRO

Continua il buon momento dei tennisti azzurri in campo maschile anche a livello junior: Matteo Arnaldi ha sconfitto il finalista dell’Australian Open de piccoli, l’americano Emilio Nava e punta alla finale del Trofeo Bonfiglio
A sorpresa, dallo spicchio di tabellone più impegnativo del torneo, dal girone della morte come si direbbe in gergo calcistico, spunta silenziosamente, ma senza timidezza, il ragazzo della porta accanto, Matteo Arnaldi da Sanremo, capace di battere al tie-break decisivo quell’Emilio Nava, americano di origini messicane, testa di serie numero uno e fresco vincitore della attaglia contro Carlos Alcaraz Garfia che resterà la miglior partita del torneo, e non solo di quest’anno. In questi giorni l’ho visto passeggiare nei vialetti fioriti del Bonacossa assecondando con garbo chiunque lo avvicinasse, con molta semplicità, lasciando trasparire una evidente buona educazione; anche al termine del match accetta volentieri di soddisfare le richieste di qualche spettatore un poco invadente perché sono tanti che vorrebbero testimoniargli l’apprezzamento e complimentarsi per un’impresa non affatto banale, ovviamente in questi contesti. Come quasi sempre accade, checché se ne dica, l’atteggiamento in campo è poi conseguente. In un tennis in cui il fisico sembra assumere sempre maggiore attenzione (ma non sono certo importanza), arriva un elastic man e dice che si può fare, almeno per ora: con le sue armi, quelle che la natura gli ha dato e che mostra di aver seriamente allenato nel suo percorso, oltre che di esserne consapevole e orgoglioso.

Il primo set è veramente al limite della perfezione: utilizza i primi game per mostrare la sua presenza non in qualità di vittima sacrificale, lanciando all’avversario con forza l’eloquente messaggio che dovrà conquistarsi ogni singolo punto, da qui alla fine. E poi, improvvisamente, accelera: disinnesca un servizio di ottimo livello grazie ai tempi di impatto sulla palla, a volte anticipando con buon tempismo, altre attendendo ma sempre sfoggiando una rapidità di spostamento, e anche di ragionamento, che non si vede spesso a questa età. Quando si trova a dover fronteggiare la maggiore potenza, oltre all’eccellente qualità dell’avversario, fa suo un famoso motto che è sempre utile ricordare: manda dall’altro lato del campo una palla in più, che qualche volta non torna. Aiutato da qualche errore di Nava (uno madornale di volo dopo che il nostro tiramolla aveva raccolto, quasi allungando la sua apertura alare, una serie di affondi veloci e angolati), ma anche usando con discernimento la sempre opportuna (specie su questa superficie) smorzata, strappa per ben due volte il servizio e si ritrova in saccoccia, meritatamente quanto sorprendentemente, un eccellente primo set, costringendo lo spavaldo favorito a chiamare il suo coach per riordinare le idee. Sembra efficace l’intervento di Oscar Soria, il coach della Equelite JC Ferrero Academy che lo assiste. Da segnalare che il ragazzo è figlio d’arte ed è cresciuto grazie agli insegnamenti della madre, Xochitl Escobedo, una delle migliori tenniste messicane: la signora Nava ha partecipato alle Olimpiadi di Seoul, così come Eduardo, il padre, nella disciplina del track and field. Ottimo DNA senza ombra di dubbio. Emilio cambia marcia, approfittando anche del calo di Matteo che non riesce a replicare il primo set, ma continua a mostrare coraggio e determinazione e a perseguire il suo piano tattico senza apparenti segni di sconforto.
6-2 2-6 e si va al terzo con l’americano che sembra voler allungare con decisione ma la partita, con grande merito di Arnaldi, diventa più sporca. Quello che in opposizione al colpo più pesante di Alcaraz Garfia nel turno precedente, pareva un rovescio solido, al cospetto delle variazioni che gli vengono proposte e paradossalmente della minore velocità, mostra qualche crepa e anche il diritto risente della tensione, in parecchi frangenti. Un warning (inopportuno senza ball boys e con palline da raccogliere in ogni dove e qualche errore di troppo non agevolano la tenuta mentale di Nava; al contrario, il pubblico che lo sostiene con passione e la consapevolezza che si può fare, galvanizzano Arnaldi che gioca uno splendido tie-break e con una maturità sorprendente si aggiudica il match.

La biografia di questo ragazzo dice che è nato a Sanremo il 22 febbraio 2001. Cresciuto con il maestro Filippo Sciolli, ha da qualche tempo integrato le sue conoscenze alla Milano Tennis Academy di Ugo Pigato, evidentemente una scelta che sta pagando. Ha giocato il suo primo Slam a gennaio in Australia perdendo al primo turno, ma da allora ha inanellato una sequenza di 13 vinte e 2 perse in tornei grade 1, una delle quali con il suo avversario della semifinale che si accinge a disputare, Forejtek: questi è uno splendido rappresentante della pregiata scuola ceca, pochi chilogrammi di peso, parecchi centimetri in altezza e tante miglia di velocità della palla. Già evidenziate nella cronaca le qualità di Arnaldi, per completare vanno sottolineati anche alcuni limiti o, come si dovrebbe dire a questa età, aspetti sui quali lavorare di più. Nava entrava spesso ottenendo diversi vincenti sul secondo servizio di Matteo che è ancora in evidente formazione. Si è soliti valutare i battitori dalla prima di servizio, con i rilevatori sempre evidenziati per misurarne la velocità: si sottovaluta l’importanza del secondo servizio che si gioca, statisticamente, quasi la metà delle volte. Nel nostro caso, la prima è assolutamente buona e permette al giocatore di ottenere un buon dividendo tra punti diretti e derivati, non altrettanto la seconda. A prima vista si potrebbe considerare non completamente adeguata alla durezza di questo sport la conformazione fisica del ragazzo che è piuttosto magro (per capirci), ma ad una più attenta valutazione si notano i vantaggi che riesce a ricavarne in termini di velocità ed elasticità. Discorso complesso che i suoi allenatori valuteranno sicuramente.

Un nostro rappresentante non raggiungeva la semifinale del più importante torneo giovanile italiano dal 2012, quando il trofeo fu vinto da Gianluigi Quinzi. Continuano i buoni segnali per il movimento tennistico maschile azzurro. Da sabato il torneo verrà seguito in diretta e differita da Supertennis, un’ottima occasione per ammirare direttamente questi giovanotti.
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