Tiene banco la questione dei match serali sul quale era intervenuta anche Jabeur. Sabalenka: “Aveva senso cominciare dopo le 11.00 un quarto di finale”

PARIGI – L’ultima bordata l’ha sparata Sabalenka, dopo la vittoria contro Qinwen Zheng nel primo match dei quarti di finale, iniziato alle ore 11. «Era una partita importante, probabilmente avrebbe avuto più senso programmarlo più tardi, così da permettere a un maggior numero di persone di assistervi. Il tennis femminile merita un trattamento uguale a quello dei maschi, abbiamo avuto grandi partite, grandi battaglie, avremmo meritato la sessione notturna». Ci risiamo: in questa edizione degli Internazionali di Francia, si è parlato e straparlato tantissimo della differente programmazione dei match maschili e femminili e della famigerata “Night Session”, introdotta al Roland-Garros nel 2021, che prevede ogni giorno sul campo Centrale, il “Court Philippe Chatrier”, un match nella fascia serale, con inizio alle 20,15. Ebbene, anche quest’anno di sera hanno giocato solo gli uomini, e non basta. Giovedì sono in programma le semifinali femminili, entrambe programmate di pomeriggio, a partire dalle 15. Venerdì, invece, le semifinali maschili si giocheranno una alle 14,30 e l’altra alle 19.
Insomma, l’ultimo match femminile disputato di sera resta quello del 4 giugno 2023, un ottavo di finale tra Aryna Sabalenka e Sloane Stephens, poi più niente. E’ giusto, è sbagliato? Detto che non mancano le giocatrici che hanno annunciato chiaramente di preferire giocare di giorno piuttosto che di sera (Swiatek e Gauff, tra le altre), per molte altre atlete questo fatto è stato percepito come una questione di principio, una mancanza di rispetto e considerazione dell’intero movimento. A rendere ancora più pepata la vicenda è il fatto che a capo del torneo c’è Amelie Mauresmo, una icona del tennis francese, la campionessa che ha lottato a lungo per difendere la propria libertà e i propri diritti, in campo sessuale e tennistico, come ricordano le tante critiche che ha dovuto subire quando divenne il coach di Andy Murray. In questi giorni Amelie si è difesa ricordando il programma paritario (ogni giorno si alternano sul centrale due partite del tabellone femminile e due di quello maschile) ed ha cercato di chiarire la questione “sera”: «A volte dobbiamo pensare a cosa potrebbe essere meglio per gli spettatori, dobbiamo fare delle scelte. Non possiamo programmare due partite la sera per non finire troppo tardi, non possiamo cominciare prima la sessione perché in tanti non arriverebbero in tempo per la prima gara. Sicuramente però, il messaggio che qualcuno vuole leggere nella programmazione, che le ragazze non siano degne di giocare di sera, non è assolutamente vero». Durissima la risposta di Jabeur in merito: «Dallo scorso anno non è cambiato nulla. La questione degli orari, il fatto che ai tennisti maschi sia concessa sempre maggiore visibilità, è spiacevole per tutto lo sport femminile e non solo per il tennis. Spero che chiunque prenda queste decisioni non abbia delle figlie, non credo che le vogliano trattare in questo modo. E’ una vergogna».
A gettare altra legna sul fuoco era stata la decisione presa mercoledì scorso, di programmare – al posto del match tra Gaston e Shelton, annullato a causa del ritiro del francese – una partita di dubbio appeal come quella tra Rune e Nava, statunitense di terza schiatta, numero 137 del mondo, mentre in campo femminile era in programma la sfida tra Swiatek e Raducanu, entrambe campionesse Slam. Se la scelta di preferire di sera partite maschili a quelle femminile era dovuta (anche) alla loro maggiore durata, la cosa è stata confermata da questi due match: la partita tra Rune e Nava è durata 2 ore e 23 minuti, una e venti quella tra Iga e Emma, troppo poco – pensano gli organizzatori – per chi paga (caro) il biglietto del “serale”. Da considerare anche le ragioni delle Tv: in Francia, Prime ha i diritti per la partita serale e spingerebbe per i “maschietti”, considerati più appetibili dal grande pubblico.
E poi c’è il problema inverso, quello delle partite giocate di mattina presto: nelle prime dieci giornate, sui due campi principali (lo “Chatrier” e il “Lenglen”) sono stati programmati come primi incontri, alle 11 del mattino, 16 partite femminili e tre maschili, anche qui una disparità piuttosto netta. «Giocare alle 11 del mattino è terribile – ha detto Pam Shriver, ex campionessa – l’ho vissuto da giocatrice e ora da commentatrice: non puoi dimostrare il tuo valore se giochi nelle fasce orarie peggiori». Sulla questione, ha provato a proporre una soluzione il nostro Sinner, come al solito piuttosto lucido. «La disparità di trattamento tra giocatori e giocatrici? Abbiamo lo stesso numero di partite maschili e femminili sui campi più importanti e lo stesso montepremi. Per quanto riguarda il calendario serale, non sono io a stabilirlo. Forse potrebbero programmare di sera due partite Wta».
Torniamo alla Sabalenka, per far capire perché abbia voluto alzare la voce: nei giorni scorsi si era lamentata in quanto era stata fatta giocare troppo spesso sul campo “Lenglen”, il secondo per importanza del Roland Garros, sostenendo di meritare il Centrale in quanto numero 1 del mondo. La risposta? Come già saprete, nei quarti di finale Aryna è stata programmata sullo “Chatrier”, ma alle 11, senza il grande pubblico che è arrivato allo stadio più tardi… Arrivederci al 2026.