Marcello Marchesini: "Spero l'ATP abbia un occhio di riguardo quando riprogrammeremo i Challenger"

Per scoprire come un organizzatore di tornei vive la situazione attuale, Il Tennis Italiano ha contattato Marcello Marchesini, Co-Founder ed amministratore di MEF Tennis Events

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Foto Marta Magni

Come ormai ben noto gli effetti del coronavirus hanno stravolto i piani per la stagione 2020. Molti eventi attualmente risultano come ‘sospesi’ e ad oggi senza nessuna certezza è difficile immaginare un piano per la ripresa. Le recenti discussioni tra il Roland Garros e le altre organizzazioni che regolano il professionismo globale hanno già portato a galla le problematiche di chi organizza tornei, come ha sottolineato il responsabile dello sviluppo economico della FFT Lionel Maltese preventivando il rischio di una perdita pari a 260 milioni di euro qualora la rassegna parigina non si dovesse svolgere. I problemi però non riguardano solo chi organizza eventi al piano superiore, ma c’è una base solida che viene altrettanto intaccata. Basta infatti pensare al circuito Challenger dove già con un’economia in buone condizioni non è facile mettere in piedi un torneo che ha visto i costi organizzativi lievitare con la nuova formula. Per discutere della situazione attuale Il Tennis Italiano ha contattato Marcello Marchesini, Co-Founder ed amministratore di MEF Tennis Events, società che dal 2007 si occupa della realizzazione di eventi sportivi.

“Il discorso è complesso e posso parlare solo tenendo conto della situazione odierna perché il futuro è un’incognita - prende la parola Marcello Marchesini - Con sei tornei Challenger siamo gli unici organizzatori ad averne più di due rassegne in gestione. La sospensione iniziale ha colpito Francavilla al Mare e Todi mentre la nuova disposizione ha sospeso anche Parma e Perugia. Al momento non sono cancellati e lo sottolineo perché il nostro desiderio è quello di perdere il minor numero di manifestazioni possibile”. In questo senso Marcello spiega le prossime tappe della stagione di MEF, almeno sul piano teorico: “Adesso stiamo riprogrammando il nostro calendario sulla base che il 15 luglio si riparta, quindi Padova e L’Aquila al momento sono in calendario senza modifiche. Siamo naturalmente al lavoro per capire come conservare tutti i tornei tra i quali emerge Francavilla al Mare, uno dei Challenger più seguiti nella nostra penisola. Con il comune e la regione Abruzzo abbiamo ottimi rapporti quindi proveremo a trovare una soluzione”.

Foto Marta Magni

L’amministratore di MEF Tennis Events in apertura ha fatto una doverosa precisazione, sottolineando come la situazione odierna possa cambiare molto rapidamente. In questo senso è fondamentale la comunicazione con l’ATP: “Organizzare tornei è la nostra attività principale e lo facciamo dal 2007 con tornei Challenger, ITF e da tre anni con le Final Four di Serie A1. Come detto per il 2020 abbiamo in calendario sei Challenger, per questo abbiamo un rapporto costante con l’ATP ed essendo gli unici ad organizzare un numero così alto di manifestazioni stiamo chiedendo date in più per la riprogrammazione e ci aspettiamo un occhio di riguardo - commenta Marcello - il confronto è quotidiano anche se alla situazione attuale l’ATP ha fermato le considerazioni perché la situazione è mutevole. Parlando con loro ci è stato detto che la stagione Challenger verrà sicuramente prolungata a novembre, però per l’Italia questo non cambia molto vista l’assenza di impianti indoor dove riprogrammare tornei”.

Detto questo Marchesini fa poi un altro tipo di considerazione su come si potrebbero aprire spiragli per la ricollocazione degli eventi MEF: Con questa situazione alcuni tornei in Italia potrebbero lasciar perdere. Per un circolo non organizzare il Challenger per un anno è molto meno grave di quello che può essere per noi, anzi con i costi odierni per alcuni club potrebbe essere anche l’occasione per prendere respiro in una situazione complicata - prosegue analizzando il possibile scenario - Noi abbiamo contratti in essere con istituzioni e sponsor. Sono molto contento di dire che non ci stanno abbandonando, anzi ci supportano e sono molto partecipi. Questo è un bel segnale.”

Foto Marta Magni

Immaginando una ripresa nella seconda parte di 2020, abbiamo posto un’ulteriore domanda sull'eventualità di un calendario Challenge congestionato e su i cut-off per forza di cose più alti rispetto al normale. “I Challenger per me sono tornei che lanciano i giovani, negli anni abbiamo avuto giocatori come Cecchinato, Dimitrov, Goffin e Anderson fino ai più giovani Berrettini, Auger-Aliassime e Tsitsipas. Da parte nostra c’è sempre stata attenzione su questo quindi non guardiamo il cut-off - risponde Marchesini - Non andiamo a caccia del nome come può essere un Almagro a fine carriera, preferiamo scoprire giovani che in un paio d’anni possano arrivare ad alti livelli. Chiaramente le entry list saranno diverse da quelle a cui siamo abituati, ma per noi restano prioritari gli aspetti che concernono la miglior organizzazione possibile del torneo”.

Dopo la cancellazione della finale di Bergamo ci aspettavamo si andasse a definire una situazione come questa - ammette il co-founder di MEF Tennis Events - In quei giorni ero in contatto con il Supervisor Carmelo Di Dio che aveva percepito subito la gravità della cosa. Immaginavo sarebbe stato un anno difficile e adesso noi dobbiamo navigare a vista adeguandoci ai vari rinvii e alla decisioni prese man mano dall’ATP”. Per il futuro Marcello Marchesini prova a restare positivo e ci racconta quanto vissuto in passato: “Prima di fare questo lavoravo nel campo del turismo e ho vissuto situazioni complicate in quel settore. Ho superato diversi momenti bui: dalla Guerra del Golfo fino all'attentato delle torri gemelle dove sembrava che il mondo dovesse finire - prosegue fino a concludere - Appena si torna a vivere la normalità però ho sempre notato una grande voglia di ricominciare più forte di prima. Quindi resto ottimista perché credo questo si verificherà ancora”.

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